dimissioni da Capogruppo e componente DS

dimissioni da Capogruppo e componente DS

AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
AL CONSIGLIERI PROVINCIALI



Siracusa, 05/03/2007




Oggetto: Dimissioni da capogruppo e componente DS.



Non è facile mettere per iscritto le sensazioni, le vicissitudini, le amarezze, le delusioni e la solitudine che hanno contraddistinto gli ultimi mesi.
A conti fatti sono qui ad amministrare questo Ente da più anni rispetto a Marziano e a gran parte dei consiglieri oggi presenti in Consiglio Provinciale. Un' esperienza politica costellata di alti e bassi.
Oggi mi rendo conto, però, che la strada, oramai a senso unico, si è anche fatta sempre più in salita e, io, appesantita da tutti questi ostacoli non sono più disposta a tollerare l'inetta indifferenza o, ancor più, la falsa ipocrisia di quelli che sono stati i miei interlocutori nel partito in questi 9 anni di militanza. Per cui potrei, nel fare questa dichiarazione, utilizzare i toni pacati e sommessi che hanno caratterizzato e che caratterizzeranno in futuro (oggi no) i miei interventi e, ancor prima, la mia persona.
Oggi, però, consentitemi, in questa sede istituzionale, di pronunciare un discorso politico inusuale per questo luogo, perchè più adeguato ad una sede di partito; ma, ritengo che sia un percorso obbligato, in quanto i DS (assieme alla Margherita) è il Partito di maggioranza relativa che sostiene la coalizione di centro-sinistra alla Provincia e, perciò, è il principale responsabile (assieme a tutti gli altri partiti della coalizione), delle scelte politiche intraprese alla Provincia, scelte che influenzano l'andamento dell'attività amministrativa. Attività che, a dire il vero, in quest'ultimo periodo, anzicché rinvigorirsi e potenziarsi, attraverso anche un maggiore coinvolgimento da parte della Giunta dei Consiglieri Provinciali, che sono eletti e perciò legittimati a rappresentare il territorio e i cittadini; quest'ultima va avanti con monotonia, come se fosse un organismo indipendente , non vincolato da un supporto condiviso da parte dei Consiglieri.
Nel discorso che sto per farvi cercherò di esprimere, seppure a parole, quanto, in parte, ho provato, io, in questo periodo e permettetemi di cogliere la Vostra attenzione visto che in questi mesi di riflessione nessuno al mio partito si è degnato di palesare il mio disagio e di cercare una soluzione condivisa.
Il mio era un problema ed io ero un problema per il mio partito e lo sarò ancor di più, oggi, con questa dichiarazione.
D'altra parte mi sembra assolutamente scontato ribadire ai miei concittadini ed elettori, che sono gli unici destinatari della mia politica, il rinnovato impegno per il bene comune.
Oggi non mi rivolgo a loro, ma a Voi Politici, a Lei Presidente Marziano, al mio Partito, per annunciarvi le mie dimissioni da capogruppo e da componente DS.
Nel motivare le mie decisioni, vorrò essere schietta e diretta, senza alcuna retorica e demagogia , come spesso taluni politici di professione usano fare quando non hanno nessun contenuto valido a sostegno della loro posizione.
Premesso che il mio disagio nasce tempo addietro, quando dopo anni di completa devozione verso il partito e, sopratutto, alla fine dell'ultima tornata elettorale quando questo mio impegno si concretizza in un contributo elettorale alle regionali, faccio presente al partito la legittima pretesa di un' adeguata e quanto mai doverosa visibilità, qualunque essa sia, in virtù anche del mio successo assolutamente personale in termini di voti.
Fra l'altro sono la candidata donna in quota DS più votata in tutta la Sicilia e il mio consenso ha contribuito a determinare un inaspettato successo del partito in provincia che ha portato alla elezione del secondo Deputato.
Non penso di aver chiesto la luna!
Chiedevo solamente che il contributo venisse riconosciuto formalmente dal partito; insomma, che le aspettative di oltre 3000 elettori non venissero del tutto deluse.
Meno male che la matematica non è un'opinione e quelli sono dati indiscutibili.
Pertanto, sarebbe stato giusto che, a seguito delle Politiche che hanno visto vincitori i partiti dell'Unione e dei risultati delle regionali, si aprisse un discorso almeno interno al partito sulla redistribuzione delle cariche di governo e sottogoverno in virtù proprio dei cambiati equilibri in Provincia. Era necessario rivederli, anche in rapporto ad una redistribuzione su base territoriale.
Non mi sembra moralmente e politicamente corretto che il partito nella zona Sud non venga rappresentato da anni e che viene adoperato solo come serbatoio di voti da utilizzare all’occorrenza.
Diversamente la situazione risulta nella zona Centro-Nord della provincia, nella quale il partito può contare oltre ai due deputati regionali eletti, anche un deputato nazionale, due assessori provinciali nonchè una sfilza di incarichi di sottogoverno fra i quali presidente del Gal, Consiglieri di amministrazione di Enti vari, Presidente del Consorzio Universitario, Revisori dei conti e una moltitudine di consulenze, tutti, in quota Democratici di Sinistra.
Per non parlare poi che taluni di essi si concentrano in un unico comune; vedi Siracusa , vedi Sortino,un piccolo centro di 9000 abitanti che, però, può vantare un assessore Provinciale ai LLPP , il Presidente del Gal Val D'Anapo e un componente del CDA dell’INDA.
E questi non sono altro che una piccola esemplificazione di mia conoscenza.
Niente da ridire sulle persone, ma, sta di fatto che, risulta la netta sproporzione a vantaggio tutto della componente centro-nord del partito. Questa è una scorrettezza che ho già, in passato, contestato al partito anche attraverso una nota scritta del 20 Giugno 2005 le cui parole sono ancor di più oggi sintomatiche della noncuranza, anzi, della perseveranza nella gestione del partito. Allora ebbi modo di dire le seguenti parole che cito testualmente (è agli atti):" ......non condivisione della gestione politica della Federazione del partito; una gestione, a mio avviso, discriminatoria, troppo spesso scompensata (a favore della zona centro-nord della provincia), accentratrice e clientelare, scollata dalle sezioni periferiche, lontana dall'elettorato e distante dalla società civile.....
......Il partito è stato svuotato, da questa classe dirigente, dei valori fondanti quali la lealtà, la coerenza, la solidarietà, l'uguaglianza, la collaborazione, la chiarezza, la trasparenza nelle decisioni. Non c’è stato alcun cambiamento, c’è, invece, un’assoluta continuità nella gestione politica della Federazione che evidenzia la persistenza di un ristretto gruppo di persone che, dietro un’apparente e formale disponibilità al confronto dialettico, cela, in sostanza, la monopolizzazione del partito......"
Questo a dimostrazione che le promesse fatte di maggiore visibilità anche alla sezione dei DS di Pachino sono state continuamente disattese. Ciononostante il mio impegno fin qui non è cambiato, anzi ho perseverato, anche nell' attività consiliare ho continuato a supportare e difendere incondizionatamente l'Amministrazione e la persona del Presidente Marziano, della quale sono stata la più fedele e leale sostenitrice, e sfido chiunque possa sostenere il contrario. E mi sono spesa per il partito, addirittura mettendomi in discussione nelle recenti competizioni regionali dove è mancato il supporto economico e di persone che eppure mi era stato promesso. Per tutta risposta, il partito, anziché valorizzarmi in questi anni, ha contribuito e continua a contribuire ad un mio ridimensionamento cercando indirettamente di delegittimare la mia persona nei confronti dell'elettorato, come ad esempio, taluni impegni ( che non sto qui a dire) assunti da me sulla base di un preventivo benestare di Marziano, che sono stati puntualmente smentiti, ma soprattutto non si può trattare, se non di delegittimazione, il posizionare, nell'arco di un anno e mezzo, non uno ma ben due Assessori provinciali nel mio paese di residenza che, oltre ad escludere qualsiasi possibilità di una mia nomina ad assessore (mi rendo conto che un terzo assessore sarebbe eccessivo), lede la mia credibilità politica perchè agli occhi dell'elettore la nomina (si badi bene, nomina, non elezione) di terze persone mina la mia forza politica all'interno di codesta Amministrazione e nel partito (il cittadino profano non si spiega il perchè tanto spirito di sacrificio e il consenso elettorale, non viene corrisposto altrettanto dal partito, mentre altri vengono premiati). Certamente niente di personale in tutto ciò, anche se, come si può ben capire, soprattutto la seconda nomina mi ha causato un ulteriore disagio, nonchè imbarazzo nei confronti del mio elettorato. Nè tantomeno Marziano può, in questa situazione, essere assolto, come lui sostiene, in quanto non potrebbe interferire nelle scelte di competenza di altri partiti della coalizione. Infatti, come capo dell'Amministrazione, egli deve farsi sintesi degli equilibri generali, all'interno della coalizione al fine di salvaguardare il buon andamento della pubblica amministrazione e se è il caso, come era, porre veti. Invece, irresponsabilmente, il Presidente si accingeva a confermare la scelta effettuata dallo SDI che ha causato come era risaputo la fuoruscita dell'unico consigliere che sosteneva l'assessore, iniziando, in tal modo, un processo di trasmigrazione verso gli scranni dell'opposizione. Nè, a maggior ragione, si può giustificare la sua asserita estraneità alle decisioni interne al partito relative alle scelte politiche perchè, in quanto dirigente dei DS, egli è corresponsabile delle stesse.
Per non parlare del fatto che, allo stato delle cose, ci sono dei partiti, fra i quali lo stesso SDI, che sono sovradimensionati, con una concentrazione di importanti incarichi locali che si assommano ad altrettanti e più rappresentativi incarichi di governo in una sola persona. Tutto ciò senza avere rappresentanza consiliare in forte contraddizione con quanto dichiarato pubblicamente dagli stessi in ambito locale e cioè che la rappresentanza assessoriale è legata alla relativa presenza consiliare. Non capisco allora perchè questa regola dovrebbe essere valida in Comune e non anche in Provincia!
A differenza di tutto ciò, io, in questi anni non ho mai espresso incarichi di sottogoverno, fatta eccezione, per la mia elezione dal consiglio provinciale all'Assemblea URPS, presso la quale, solo in un secondo momento, sono stata nominata nel Direttivo, nomina, quest'ultima, che, ad onor del vero, è scaturita non perchè in quota DS ma per il rispetto di un principio di pari opportunità da me preteso e che è stato accolto dall'Assemblea su proposta del Presidente Lombardo. A dimostrazione che non vanto santi in paradiso e che i risultati da me ottenuti sono conseguenza di una continua lotta politica, certamente non frutto di accordi sottobanco o di baratto, ma traguardi raggiunti perchè fatti sulla base di scelte insindacabili e moralmente inopinabili.
Negli scorsi anni questo modo scorretto di fare politica è stato da me fortemente contrastato mettendo in risalto le contraddizioni nelle dovute sedi di partito, ma oggi, mi rendo conto che la battaglia è stata impari e ho lottato contro un sistema ottuso e sordo a qualsiasi cambiamento; per cui, oggi, mi trovo nella condizione di dovermi giustificare, quasi a dovermi discolpare (ma non sò dove sta la mia colpa) per le scelte che sto per intraprendere; in realtà, mi rendo conto di essere stata lasciata sola dal partito e di assumere l'ingrato compito di difendere me stessa, quando invece i DS avrebbero dovuto essere solidali con me.
L'articolo 4 dello statuto dei DS recita: "La libertà nell'uguaglianza si afferma pienamente nella fraternità e quindi nella solidarietà che ne è la forma sociale. I DS si impegnano per il superamento delle disuguaglianze sociali e per la piena affermazione delle pari opportunità per ognuno". Nei fatti il partito non attua nessun principio di fraternità, solidarietà e pari opportunità, ma una politica oligarchica nelle mani dei soliti noti. E meno male che il 2007 è stato proclamato "Anno Europeo dei Diritti e Pari Opportunità"! Quale emerita ipocrisia!
Per le motivazioni suesposte non sono più disposta a rappresentare questo partito, a malincuore, mi vedo costretta a fare una scelta oramai obbligata, riflesso di una provocazione del gruppo dirigente del partito che ha fin troppo abusato del mio senso di responsabilità giocando con la mia pazienza. Per cui, oggi, la mia decisione seppur sofferta, è per me una liberazione.
Qualche maligno potrebbe dire, e lo dirà certamente, che il mio è solo un capriccio personale, in realtà è stato sin dall'inizio, per me una battaglia di principio e, a dimostrazione della mia assoluta buona fede, lo è oggi la mia dichiarazione di indipendenza. Potrei continuare con ipocrisia e restare nei DS come taluni fanno nell'attesa che questa loro sudditanza sia ripagata. Preferisco esercitare la mia libertà seppur pagando a caro prezzo la mia scelta iniziando un nuovo percorso politico, pur sapendo che questo, molto probabilmente, rafforzerà la parte malata dei DS. Ma questo adesso non sarà più un mio problema e, come dicevo prima, io stessa cesso di essere un problema per il mio partito. Il silenzio in tutta questa situazione del partito è sintomatico della freddezza, del distacco con cui i DS hanno affrontato il mio caso a riprova che la mia fuoruscita è vista da taluni come una liberazione, un sollievo in seguito al quale, per assurdo, poco importa se ciò indebolirà il partito perchè quello che a loro interessa è il rafforzamento, di converso, del loro peso contrattuale all'interno dei DS nella distribuzione delle cariche di sottogoverno.
Silenzio che ha contraddistinto anche la sezione di Pachino.

Comunque, nonostante la formalizzazione della rottura con i DS non rinnego i risultati amministrativi ottenuti attraverso il partito che ho utilizzato come mezzo della mia politica. Devo anche onestamente riconoscere a Marziano le capacità amministrative che ha dimostrato in passato riconfermandosi alla Provincia, ottenendo ampi consensi elettorali e, a volte, sopperendo alle carenze di qualche componente dell'Esecutivo e per queste ragioni, oggi, può, più di altri, legittimamente pretendere per il futuro incarichi di maggiore visibilità (che si merita).
Seppure devo ammettere, come dicevo all'inizio, che in quest'ultimo periodo questa Amministrazione si trascina stancamente e il Presidente stesso ha sostituito gli enfatici entusiasmi a sempre più sporadiche ed apatiche dichiarazioni circa l'attività amministrativa, a dimostrazione del fatto che le sue aspirazioni politiche future sono lontane da codesto Ente. D'altra parte si è sacrificato per codesta coalizione (in un periodo non particolarmente favorevole per il centro-sinistra). Quindi, mi sembra giusto che, dopo due mandati elettorali, egli aspiri ad un incarico più gratificante e più rappresentativo, anche se, mi chiedo, perchè questo principio dovrebbe essere valido solo per lui e non per altri.
E non lo invidio di certo, anzi, ho sempre compreso la difficile situazione in cui spesso si è trovato a causa di pressioni del partito e della coalizione tutta. In fin dei conti anche lui è solo (oggi, con il mio abbandono, lo è di più) per cui lo avverto che un domani coloro che oggi si precipitano a difenderlo e chi si nasconde sotto l'ombra della sua ala protettrice, a prime avvisaglie di crisi, abbandoneranno la barca.
Io, oggi, non ho di questi problemi, non devo guardarmi alle spalle, ma guardo avanti. Anzi, consiglierei al Presidente e al Segretario di Federazione di pretendere da tutti coloro che hanno usufruito e che intendono in futuro usufruire di incarichi vari, a tutti i livelli, di subordinare la loro nomina alla dimostrazione nelle future competizioni amministrative della loro effettiva rappresentatività, candidandosi nelle liste del Partito. Non devono essere sempre e solo i soliti a dare il sangue! Sarebbe un principio di giustizia e di democrazia.
Dopo quanto suesposto mi avvìo alla conclusione di questo mio discorso che, probabilmente, a qualcuno potrà sembrare patetico, e forse lo è; ma, credetemi, per me era doveroso e necessario per star bene con me stessa e per sentirmi una persona libera. Infatti, per me essere liberi non vuol dire solo vivere compiendo il proprio dovere all'insegna della giustizia, significa anche, fra le altre cose, dire quello che si pensa, nel rispetto reciproco e nel nome della verità che è sinonimo di giustizia.


Il Consigliere Provinciale Indipendente

Giuseppina Ignaccolo
Pubblicata da: Giuseppina Ignaccolo il 07-03-2007 11:58 in Comunicati

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