Silenzi, colombe, ed indignazioni

Silenzi, colombe, ed indignazioni Da Facebook, una nota di ieri (17-09-2010) di Sebastiano Mallia.

Cosa c’entra la “questione morale” con gli escrementi delle colombe di Pachino?

Prescindendo dal desiderio di “pulizia”, sembrerebbe proprio niente.

Eppure, stamani, sulle edizioni siracusane del Giornale di Sicilia e della Gazzetta del Sud ci è dato trovare due articoli che accomunano i due argomenti con toni sorprendentemente indignati e biliosi.

“Sorprendentemente” perché i giornali in questione, dopo il noto arresto dell’assessore pachinese, ebbero ad usare ben altro registro, improntato a cautela, continenza e rispetto, per occuparsi di quella vicenda.

Un contegno apprezzabile, in quanto -mantenendo ferma la piena fiducia nell’operato della polizia e della magistratura e, comunque, evidenziando la gravità dell’accusa e delle modalità con le quali era avvenuto l’arresto- si limitavano a riferire i fatti, incluso l’esito di un vertice dei consiglieri comunali di maggioranza con il quale si esprimeva, per la prima volta, un commento sulla vicenda.

Comunque, quei giornali avevano evitato toni apocalittici, limitandosi poi ad evidenziare le successive iniziative dell’opposizione, anch’esse -salvo che per qualche infelice parziale dichiarazione- improntate a cautela ed equilibrio.

E proprio in questo consiste la sorpresa: a che pro indignarsi perché nessuno parla della questione morale dopo aver fatto -giustamente- di tutto per non buttare benzina sul fuoco acceso dalla vicenda che ha dato il via, in questa Città, alla medesima questione morale?

A che pro prendersela con il consigliere comunale Salvatore Blundo, secondo questi articoli “reo” di aver “rotto il silenzio” solo per la sua interpellanza sui danni procurati in città dai piccioni e non, invece, per dire la sua sulla questione morale e sulla discarica?

Il momento, ci pare, è tale da non dovere necessariamente approfondire se, in realtà, questi improvvisi travasi di bile non prendano spunto proprio dal nome (e, quindi, dalla storia politica) di chi avrebbe così “improvvisamente” rotto cotanto “silenzio”, limitandosi -peraltro- a raccogliere le lamentele di tanti cittadini e, quindi, svolgendo (magari un po’ meno magniloquentemente, ma non meno efficacemente, la propria funzione di consigliere comunale).

Sembrerebbe suggerirlo il fatto che, fra l'arresto e l'interpellanza sulle "palumme", si sia parlato dell'ingresso dell'UDC in giunta o meno, senza -però- preoccuparsi troppo del mantenersi di tale presunto "silenzio" della politica.

Resta certo un fatto indiscutibile: per dar fiato alla nostra propria legittima indignazione non è indispensabile che qualcun altro debba farlo prima di noi pubblicamente.
Pubblicata da: Corrado Modica il 18-09-2010 22:01 in Segnalazioni

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