Ecco quello che c'era
HUGH POUND (Uno storico inglese)
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Rosario Spinello ha scritto: 09-07-2003 14:09:34
Rosario Spinello
"Una marcia di un'ora circa ci portò, accaldati e sudatissimi nonostante i calzonicini corti, ai margini dell'aeroporto di Pachino.
"Un battaglione di canadesi stava attraversando in ordine sparso la pista; dagli edifici partì un'unica fucilata, alla quale rispose una scarica della nostra fanteria. Un uomo cadde da un tetto e dieci o dodici italiani, l'intero contingente difensivo di uno dei più importanti aeroporti dell'Europa meridionale, vennero fuori con le mani in alto. I canadesi continuarono per la loro strada e noi attraversammo il campo sconvolto, raccattammo il corpo ancora caldo dell'italiano e lo seppellimmo in fretta, poi requisimmo gli edifici dell'amministrazione, per farne la nostra mensa e il quartier generale. Vi trovammo segni evidentissimi di una fuga precipitosa; oltre al resto, grandi quantità di talco profumato del quale, a quanto pareva, i soldati italiani dovevano fare grande uso.
Benchè non fossero ancora arrivati nè macchine nè attrezzi, gli uomini del Genio Reale cominciarono a sistemare con pale e badili le piste di volo. Storer fece una rapida puntata a Pachino, dove assistette al passaggio di un battaglione della 51° Divisione "Highland" e dove chiese un rifornimento di attrezzi e una damigiana di vino. Prima del tramonto, oltre mille uomini, con dozzine di buldozzers e di schiacciasassi erano al lavoro sulle piste. Era tutto calmo e tranquillo, come durante una esercitazione in tempo di pace, quando a un tratto, dal sole al tramonto saettò fuori rombando un aereo da caccia, con tutte le mitragliatrici in azione, seguito da altri cinque. Storer, che assisteva ai lavori accanto a un sottufficiale del Genio, si gettò fumineamente a terra, subito imitato dal compagno, ma girò la testa a guardare i Macchi recanti l'emblema del fascio, che si gettavano in picchiata fino a pochi metri da terra, mitragliando la pista in tutta la sua lunghezza, poi si impennavano velocemente e sparivano nel bagliore purpureo del tramonto. In pochi secondi, fu finito tutto; Storer si rialzò, ringraziando iddio di essersela cavata senza danni, ma il sottoufficiale non si mosse. Meno fortunato di lui, era stato gravemente ferito nel posteriore. Le perdite ammontarono a quattro morti e parecchi feriti.