Cinque cingalesi, ritenuti organizzatori di uno sbarco di 55 loro connazionali avvenuto lo scorso febbraio, dovranno rispondere in tribunale non solo di immigrazione clandestina ma anche di omicidio colposo e di evasione. Nel corso della traversata dal canale di Suez alla Sicilia, infatti, uno dei clandestini fu investito da un'onda, cadde in mare e fu inghiottito dai flutti. La vicenda riporta alla mente le tante tragedie legate ai viaggi della speranza affrontati dai disperati che arrivano dai paesi poveri, prima fra tutte quella avvenuta nel '96 allargo di Portopalo, dove morirono quasi trecento clandestini.
Il rinvio a giudizio dei cinque cingalesi è stato disposto ieri dal giudice delle indagini preliminari Stefania Scarlata, ma almeno per il momento le possibilità di vedere queste persone sul banco degli imputati sono esigue. Dal maggio scorso, infatti, non se hanno notizie. Gli erano stati concessi gli arresti domiciliari presso la parrocchia della Santissima Madonna, ma da lì lo scorso maggio sono scappati e nessuno sa dove si trovino adesso. Non è da escludere che siano tornati nel loro paese, per paura di finire nuovamente in carcere e stavolta per scontare una pesante condanna. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Loredana Battaglia e Natale Perez.
Fonte: La Gazzetta del Sud On Line il 29-11-2002 - Categoria: Cronaca