Tra pochi giorni la prima realtà produttiva del comprensorio Ipg pachinese parte con la commercializzazione dell'autentico prodotto ad identificazione geografica protetta denominato «Pomodoro di Pachino». Si tratta dell'Agricoop Pachinese, cooperativa fondata nel 1987 e con un fatturato di 4,5 miliardi di vecchie lire, che ha circa cinquanta aziende associate, trenta delle quali hanno aderito all'Igp. Agostino Quartarone è uno dei dirigenti della società cooperativa ed è lui ad introdurre il discorso sulla novità più importante degli ultimi anni in un territorio che ha nell'agricoltura il suo punto nevralgico in ambito economico.
«Dal luglio dell'anno scorso - afferma Quartarone - abbiamo lavorato alacremente per ottenere la possibilità di commercializzare il nostro pomodoro secondo i dettati del disciplinare di produzione e con la certificazione richiesta per legge. «Essere arrivati primi, in un comprensorio così importante come il nostro, ci riempie di soddisfazione». Ma questo cosa vuol dire per i produttori ed i consumatori? «Innanzitutto - prosegue Agostino Quartarone - è opportuno sottolineare che chi non segue la trafila espletata dalle nostre aziende associate non può commercializzare pomodoro con il marchio igp, anche se questo è coltivato nel territorio di riferimento. Per i consumatori la garanzia è assoluta in quanto, attraverso la cassetta di confezionamento e l'apposito cellophane, sapranno da dove arriva il prodotto, con quale calibratura è stato lavorato, il dato dell'operatore in base alle registrazioni della società che certifica il prodotto stesso e la varietà.
nsomma la tracciabilità, tanto agognata da tutti i settori produttivi, nel nostro caso giunge al tratto conclusivo, come previsto dalla legge». Ovvia la soddisfazione dei vertici della cooperativa, a cominciare dal presidente Salvatore Ficili. «Aver preceduto altre società magari più grandi della nostra - aggiunge Agostino Quartarone - è motivo di ulteriore soddisfazione ma quello che conta è essere finalmente in grado di fare uscire dal nostro territorio il vero ed unico pomodoro di Pachino Igp». Chi non si uniforma a questo iter effettuato dall'Agricoop insomma non potrà più fregiarsi del marchio che tanto successo ha avuto in ambito internazionale. Nelle cassette verranno inserite inoltre immagini che rimandano alla tradizione locale. "Saranno veicolo preferenziale per alcuni aspetti della nostra realtà - dice ancora Quartarone - collegando la fase produttiva a quella prettamente culturale e tradizionale". Per il confezionamento del "pomodoro pregiato" inoltre ci si è dotati di una speciale macchina di imballaggio che servirà a rendere il prodotto sempre conoscibile dal consumatore. L'iter per l'utilizzo dell'Igp non è certamente facile né immediato, pieno di verifiche periodiche da parte della Socert, la società che effettua le verifiche in base ad un'autorizzazione ministeriale. «Siamo nel settore agricolo da ventitré anni - conclude Quartarone - e questa è sicuramente la novità più importante. «la nuova strada per evitare che si spacci per Igp un prodotto che arriva da altre parti e per consentire al vero pomodoro di Pachino di rimanere competitivo e vincere la sfida dell'alta qualità in ambito nazionale ed internazionale».
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 18-01-2004 - Categoria:
Economia