PACHINO - (sedi) Eva era una ragazza per bene e dai modi gentili, che conduceva una vita del tutto regolare. E' la testimonianza che ha fatto sciogliendosi in lacrime un componente della famiglia di Pachino presso la quale lavorava la giovane polacca, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato in un casolare di contrada Ritillini alla periferia di Rosolini. Eva Maria Chmiel, cittadina polacca, risiedeva da anni a Pachino presso una famiglia conosciuta in città, per la quale lavorava come badante, che l'aveva accolta quasi come fosse una figlia. Sin dai primi anni del suo arrivo a Pachino, Eva aveva iniziato a lavorare in casa della signora Graziella, prestava sorveglianza, difatti, al marito, un ex maresciallo della Marina Militare, al quale era stata amputata una gamba in seguito ad una malattia. Circa due anni fa, dopo la morte dell' sottufficiale, il rapporto di lavoro tra Eva e la famiglia non si interruppe, anzi, la signora Graziella offrì alla donna polacca vitto e alloggio in cambio di semplice compagnia, visto che era rimasta sola per la grave perdita del marito e si era instaurato con fra loro un rapporto affettivo che andava oltre quello semplicemente lavorativo. Nel frattempo, era divenuta badante dei nipotini della signora anziana pachinese ed era considerata a tutti gli effetti una della famiglia.
Partecipava a tutte le feste, ai compleanni e si era inserita nel migliore dei modi in città tanto da instaurare una relazione sentimentale con un giovane pachinese, finita qualche tempo dopo. Dolore e disperazione per la grave perdita ora si percepiscono attorno all'ambiente familiare della signora Graziella, la quale aveva avuto un brutto presentimento non vedendo rientrare Eva sabato notte. Pare che alla giovane donna mai era successo di rincasare tardi o, addirittura, di non rientrare e per questo era stato fatto scattare l' allarme per il mancato rientro. Poi il tragico ritrovamento del cadavere carbonizzato scoperto domenica, l'arresto del presunto assassino, Carmelo Amore. Adesso c'è il dramma che sta vivendo l'intera famiglia, da Graziella sino ai nipotini che sono cresciuti con la presenza di Eva, con la quale trascorrevano gran parte della giornata ed erano molto legati a quella donna arrivata dall'Est. La vittima prima di lasciare la Polonia sognava un lavoro in Italia e forse l'amore.
Sebastiano Diamante
Fonte:
GDS.it il 08-02-2005 - Categoria:
Cronaca