Pachino (Sicilia) (NEV) - Scambiare esperienze e mettere in rete le realtà evangeliche che sul territorio italiano si occupano in maniera diversificata di immigrazione ed asilo. Questo lo scopo del seminario di formazione organizzato dal Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in collaborazione con la chiesa valdese di Pachino, tenutosi dal 10 al 13 novembre appunto a Pachino (Sicilia).
Legislazione italiana ed europea su immigrazione ed asilo, come lavorare con i volontari, la progettazione, la sensibilizzazione sui temi legati all'immigrazione attraverso campagne locali, nazionali ed europee: questi alcuni tra gli argomenti affrontati nel corso dei lavori. Sono intervenuti - tra gli altri - Annemarie Dupré della FCEI; Alessandra Trotta, direttrice del Centro Diaconale "La Noce" di Palermo; Eliana Briante, pastora della chiesa metodista di Milano; Marco Siino della Rete Lilliput. La serata del sabato è stata dedicata ad una tavola rotonda pubblica sul tema "Politiche di frontiera: esclusione o integrazione?".
Il seminario, intitolato "Lavorare con gli stranieri", ha visto la partecipazione di 25 tra operatori e volontari del settore provenienti da realtà evangeliche di Bologna, Catania, Napoli, Pachino, Palermo, Roma, Siracusa e Torino. "La scelta di Pachino è stata dettata dal desiderio di poterci incontrare tutti e tutte in un luogo dove la comunità locale è attiva da diversi anni e porta avanti un prezioso lavoro a favore di rifugiati e migranti, e poi perché questo è un luogo di frontiera e di sbarchi, temi di forte attualità per l'agenda politica europea su immigrazione ed asilo" ha spiegato la direttrice del SRM, Franca Di Lecce. Inoltre ha tenuto a far notare che "nel momento in cui l'immigrazione diventa sempre più una 'specializzazione', le diverse realtà evangeliche impegnate attivamente e concretamente a diversi livelli - dall'accoglienza nelle chiese, ad interventi più strutturati di consulenza socio-legale - hanno la grande opportunità di partire non da categorie quali: rifugiati, migranti, regolari, irregolari, donne vittime di violenza, ecc., ma dalla persona, dall'individuo, dal fratello o dalla sorella. E partendo dai loro bisogni stabilire relazioni umane all'interno ed all'esterno delle comunità".
Fonte:
icn-news.com il 17-11-2005 - Categoria:
Cronaca