Intervenendo sulla crisi che attanaglia il settore agricolo, e, in particolare su quella che sta attraversando il prodotto «identificativo» di Pachino, il presidente dell'Unione provinciale agricoltura, Salvatore Giardina, invita i produttori a tenere duro, per non andare in rovina. «Da qualche tempo - dice - il comparto agricolo di Pachino, e soprattutto il mercato del ciliegino, stanno vivendo una preoccupante fase di stallo. Nonostante la molteplicità dei fattori di crisi rendano difficile l'analisi del complesso quadro, le ragioni della stasi possono essere così riassunte. Innanzitutto, la diffusa incrementata produzione che, secondo la legge della domanda e dell'offerta, fa diminuire la richiesta nei singoli ambiti. In secondo luogo, la virosi ossia la malattia tipica del pomodoro, a seguito della quale il deperimento della produzione è stato notevole. A sciupare ulteriormente il prodotto ci sono state, poi, le avversità atmosferiche che ne hanno dimezzato il raccolto». Un concorso di avverse circostanze che hanno decretato l'estromissione delle produzioni locali dai circuiti di vendita del nord Europa. Un recupero che appare sempre più difficile, nonostante adesso esistano i presupposti per il rientro. Così l'eccessiva partita di ciliegino, non più esportabile, restando invenduta, provoca il crollo dei prezzi. Per far sì che i produttori di ciliegino non soccombano, Salvatore Giardina, dà loro un suggerimento: «Nonostante l'incontestabile stato di difficoltà - dice - invito gli agricoltori a non abbassare la guardia.
Occorre compiere ogni sforzo, e mettere in atto tutti i tipi di intervento, per mantenere inalterate la natura e la qualità del ciliegino che lo scorso anno ha ottenuto il riconoscimento Igp. Il conseguimento di tale prestigioso marchio non deve fare dormire sugli allori. Nonostante l'indicazione geografica protetta costituisca un surplus per il prodotto, lo stesso non ne garantisce la vendita. «Visto che la recessione economica sta avendo gravi ripercussioni sui bilanci delle famiglie, al momento di fare la spesa, le stesse non privilegiano la qualità ma il risparmio. Se il prezzo del prodotto eccellente è troppo alto si accontentano di un altro più a buon mercato».
Lucia Corsale
Fonte:
LaSicilia.it il 29-05-2004 - Categoria:
Cronaca