Agricoltori tra crisi e possibile rilancio

Agricoltori tra crisi e possibile rilancio PACHINO - Settore ortofrutticolo in crisi, la stagione 2004-2005 non comincia sotto buoni auspici. A lanciare un primo segnale di allarme sono alcuni operatori agricoli, comparto sul quale si regge gran parte dell'economia del territorio di Pachino e Portopalo di Capo Passero dove l'oro rosso, il ciliegino "Igp", è diventato da anni sinonimo di forte crescita e sviluppo.
Il trend in salita tuttavia ha segnato il passo l'anno scorso e a questo si aggiunge una situazione generale di "apnea macroeconomica". «Un buon numero di agricoltori quest'anno - afferma un commerciante del comprensorio ortofrutticolo pachinese - non è stato in grado di coprire le serre, non potendo affrontare i costi relativi. E siccome le imprese agricole e dell'indotto , fiutando la grave crisi, non anticipano più alcunché, ecco la fase di stallo che si traduce in un forte rischio di crisi per parecchi operatori agricoli, produttori in larga parte».
La scorsa annata si è chiusa con un bilancio non certo confortante e per molti questa stagione può essere quella del rilancio o del definitivo affossamento, con uscita dal settore. Una circostanza che si tradurrebbe in una perdita di molti posti di lavoro, considerato che i bassi livelli di disoccupazione che si registrano nel territorio sono dovuti al boom agricolo.
Salvatore Dell'Arte è il presidente di un'importante realtà cooperativistica del comprensorio Igp. «La crisi c'è e si sente soprattutto nel nostro settore - esordisce Dell'Arte - e purtroppo quelli che sembrano segnali di preoccupazione, per noi, addetti ai lavori, sono dei veri e propri allarmi». Dell'Arte fa riferimento soprattutto al problema inflazione, quella percepita che è più alta di quella ufficiale. «I consumatori - aggiunge Dell'Arte - in questo caso decidono di contrarre i consumi e questo si riverbera subito nel nostro settore». La crisi si è fatta ancora più grave per i produttori per il mancato anticipo di spesa per plastica e altro, effettuato spesso per venire incontro alle esigenze dei produttori, che nella filiera di produzione rappresentano l'anello più debole. «In questa situazione viene a mancare questo salvagente - prosegue Dell'Arte - e si tratta di un atteggiamento comprensibile visto lo stato di crisi».

Il blocco dei prezzi fino al 31 dicembre, paventato da più parti, sarebbe una mazzata ulteriore. «Attualmente al nord il pomodoro ciliegino oscilla tra 1,20 e 0,90 euro - dice il presidente dell'Aurora - mentre per il grappolato siamo a livelli di prezzi alla produzione veramente irrisori. E lo stesso dicasi per gli altri prodotti ortofrutticoli. La crisi è strutturale - conclude Salvatore Dell'Arte - e purtroppo non c'è una ricetta a breve scadenza. Speriamo soltanto che quest'anno le cose vadano meglio dell'anno scorso poiché in molti sono veramente in grossissime difficoltà economiche e occorre un'inversione di rotta che tutti si aspettano, inevitabilmente, da questa annata. Altrimenti qui in molti saranno costretti a sbaraccare. Ed in questo contesto lo sciopero della spesa rischia di far piovere sul bagnato». In tanti invocano interventi istituzionali e c'è chi se la prende con i commissionari, la parte forte rispetto ai produttori che rappresentano, nella filiera produttiva, il vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro. Intanto arrivano proposte da Confagricoltura per rilanciare i consumi. Nel sito "Fruitecom.it" si parla della creazione di un grande "outlet" dell'agroalimentare ortofrutta: il mercato dei cittadini. «La proposta di Confagricoltura Cia e Fedagro di Verona va nella direzione di rilanciare i consumi - scrive Fruitecom.it - con apertura al pubblico ogni sabato mattina del mercato ortofrutticolo, creazione di norme di autogoverno da parte degli operatori, che permettano di identificare la provenienza dei prodotti e la loro stagionalità, offrendo piena garanzia di qualità e prezzo".

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 16-09-2004 - Categoria: Economia

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