Agricoltura, l'alluvione aggrava la crisi del comparto

PACHINO - Pachino conta i danni delle forti piogge alluvionali di martedì scorso e guarda con attenzione il cielo che ieri, dopo una breve tregua, nella tarda mattinata è tornato a farsi scuro e minaccioso. I danni, soprattutto nel comparto agricolo sono ingenti ed il settore è di nuovo in ginocchio. Il bilancio non è da poco. Martedì il maltempo ha fatto registrare anche un ferito. Una tromba d'aria abbattutasi in contrada Burgio ha divelto una porta di un centro di confezionamento dove delle operaie erano intente a selezionare i pomodorini. Una delle lavoranti, mentre fuggiva per lo spavento, è scivolata sbattedo con il capo nell'imposta divelta. La giovane, trasportata in ospedale se l'è cavata con 15 punti di sutura e tanto spavento. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione di Pachino. Allagamenti si sono verificati in alcune abitazioni di contrada Lettiera, ma i danni più gravi sono senza dubbio quelli del comparto agricolo. L'acqua ha rotto gli argini del canale Cannalata-Maucini-GozzoCroce investendo in pieno le aziende agricole del circondario. La scarsa manutenzione della «saia» che sfocia nel pantano Auruca ha intasato il canale di scolo e l'acqua, rompendo gli argini, ha invaso decine e decine di tunnel e coltivazioni in serra rovinando prodotti e piantagioni. In una nota azienda agricola della zona i proprietari hanno quantificato in 100 mila euro, duecento milioni delle vecchie lire, il danno prodotto. «I politici si devono vergognare, -hanno affermato i proprietari dell'azienda- perché da anni nessuno si occupa delle zone rurali. Nella zona Cannalata-Maucini dove scorre il canale di scolo, zona tutta ricompressa nel territorio Igp per la produzione di qualità, nessuna manutenzione viene fatta Si sono mai chiesti i politici da dove viene fuori il prodotto ed in che condizioni noi lavoriamo? Si parla di eventi calamitosi ed eccezionali.

Purtroppo gli eventi calamitosi si stanno verificando ogni anno. A volte accordano i contributi, ma noi dei contributi non abbiamo cosa farne. È necessario invece che si intervenga nelle infrastrutture. Vengano i politici a vedere da dove esce il ciliegino che va in tavola, lo stato delle strade rurali, dei canali di scolo che straripano ed invadono le serre. Ci dobbiamo munire necessariamente di grosse jeep solamente per andare a controllare i prodotti. Ieri il trattore addirittura faticava ad uscire dal fango in cui era rimasto impantanato e 15 operai della mia azienda, 15 padri di famiglia, hanno dovuto fare ritorno a casa a mani vuote perché nessuno pensa e programma per tempo. Dove è la Protezione civile? I mezzi del comune servono solo per la città o si devono occupare anche delle emergenze vere?». Una dura protesta, quella degli imprenditori agricoli, per un settore in crisi su cui cade l'ennesima tegola in testa. Buona parte della produzione, pomodoro e zucchine, dovrà andare al macero e le piante nei prossimi mesi a causa della troppa acqua si ammaleranno e saranno attaccate dalle muffe. Danni si contano anche all'Ipa, l'istituto professionale di Stato per l'agricoltura di Marzamemi dove i canali sono straripati allagando l'uliveto dell'istituto. Martedì sera a straripare è stato anche il pantano di Marzamemi la cui foce era ostruita. L'acqua ha invaso un tratto della strada proprio all'uscita della borgata isolandola per ore. È dovuto intervenire un escavatore per liberare la foce e riportare la normalità. L'allarme per altro era stato lanciato per tempo dal presidente del comitato Pro-Marzamemi Pasquale Aliffi rimasto però inascoltato fino all'alluvione di ieri.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 15-12-2005 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net