MARZAMEMI - La pellicola scorre e sullo schermo di piazza Regina Margherita a Marzamemi, viene proiettato "L'isola di ferro" di Mohammad Rasoulouf, è questo il film che apre la sesta edizione del festival internazionale del cinema di frontiera. La rassegna cinematografica, sin dal primo giorno, ha riscosso ottimi consensi, riuscendo a portare in piazza un nutrito numero di persone che, hanno aspettato con ansia l'inizio della manifestazione. Molte figure istituzionali e personaggi famosi hanno preso parte alla serata di apertura del festival del cinema di frontiera. Tra questi il sindaco di Pachino Giuseppe Campisi, l'assessore provinciale alla cultura Barbara Fronterrè, il console d'Albania, dottor Giovanni Firera, i tre organizzatori della manifestazione, ovvero Salvatore Pintaldi, Nello Correale e Sabastiano Gesù e, a sorpresa, sul palco del borgo si è presentato l'uomo che in assoluto rappresenta la più bella musica italiana, Mogol. «Il festival internazionale del cinema di frontiera - hanno spiegato gli organizzato all'apertura della manifestazione - è ormai diventato un appuntamento fisso nel panorama dell'estate pachinese. Un appuntamento diventato molto gradito a tutti in quanto il festival internazionale del cinema di frontiera cerca di essere un punto d'incontro tra il passato, il presente e il futuro».
Alla manifestazione partecipano diversi personaggi illustri e, alla prima della manifestazione, tra i tanti personaggi è giunta a Marzamemi la troup le film "Il figlio della luna" di Gianfranco Albano, lungometraggio che racconta la storia del fisico siracusano Fulvio Frisone, affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita, e oggi quarantenne.
Tra i tanti ospiti che tra poco si riverseranno a Marzamemi vi sono anche il giornalista Stefano Malatesta, i registi Emidio Greco, Egidio Eronico e Edmond Budina e l'attore Luca Zingaretti, il cui volto è molto conosciuto al pubblico della televisione e non perchè interpreta il ruolo del commissario Montalbano. Il festival del cinema di frontiera si concluderà domenica con la premiazione dei lungometraggi e dei cortometraggi in concorso, e l'assegnazione del premio "Dolceria Bonaiuto" all'attrice Donatele Finocchiaro. Anche nella serata conclusiva i film avranno uno spazio importate tant'è che per domenica è prevista la proiezione di 4 film, 2 presso la banca di redito cooperativo di Pachino e 2 a Mazamemi dopo la premiazione.
Silvestra Sorbera
Fonte:
LaSicilia.it il 28-07-2006 - Categoria:
Cultura e spettacolo
Copio e incollo
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Mogol, D'Alessio e le voci di Napoli
Mogol sia sul Corriere della sera che su Repubblica ha paragonato Gigi D'Alessio a Lucio Battisti. Certo - si dirà - ha da promuovere le due canzoni che ha scritto insieme al cantante napoletano per Sanremo. Deve creare interesse. Ma il troppo è troppo.
Ecco un bell'intervento di Beppe Lanzetta (di cui condivido perfino le virgole)
pubblicato oggi da Repubblica Napoli.
24/1/06; 17:15:34
Gentile Signor Rapetti, meglio noto come Mogol, ho letto la sua intervista apparsa domenica 22 gennaio su Repubblica e per tutta la giornata ho pensato alle sue frasi. Ora che la notte scende fredda sui caseggiati e sulle anime, sui sorrisi stracciati (strappati, per lei che non è napoletano) sulle paste della domenica sportiva, sugli amori di ballatoio, ho deciso di scrivere queste righe. Personalmente non ho nulla contro il cantante e la persona Gigi D'Alessio. Ma la sua affermazione «è il miglior cantautore partenopeo» la ritengo fuori luogo. Lei ha scritto capolavori come "Amore caro amore bello", "Emozioni", "Pensieri e parole" e mi fermo qui perché la lista sarebbe enorme. Lei ha avuto il piacere di collaborare con quel genio chiamato Lucio Battisti, per carità di Dio, usi le parole per quello che sono, altrimenti il rischio è quello di un effetto boomerang devastante. Lei conosce la musica, sa di melodie, armonie, lei intuisce prima di ascoltare, tutti le dobbiamo qualcosa e proprio per questo da lei ci aspettiamo sempre qualcosa di più. Lei sa che Napoli è una piazza caldissima, specialmente in questo periodo e le sue parole hanno un peso enorme e quindi personalmente la inviterei a riflettere. Sorvolo sulla questione Scampia, credo che la vicenda si spieghi da sola, sia figlia di una mossa strumental/preelettoral (scusi la licenza). Ma mi dica dove mettiamo, se D'Alessio è il miglior cantautore, gente come De Crescenzo, Gragnaniello, Avitabile, senza scomodare il lontano Pino Daniele?
Vorrei che lei ascoltasse attentamente la canzone "Alberi" di Enzo Gragnaniello. Vorrei che lei mi dicesse o mi spiegasse perché uno sciamano di tale portata, un figlio della pietra di tufo dei Quartieri Spagnoli debba fare panchina in una squadra in cui lei ha eletto un capitano, anche simpatico, che in realtà con l'anima vera e nera della nostra città non ha fili di comunicazione. Non è questione di gusto, è questione di storia. Riascolti per cortesia la voce di Eduardo De Crescenzo. La inviterei ad ascoltare qualche canzone di Nino Bonocore, defilato seppur straordinario cesellatore di perle, la inviterei ad ascoltare l'ultimo cd di Avitabile, qualche squarcio dolente della rabbia di James Senese, e poi "Ciucculatina d'a ferrovia" di D'Angelo, il giovane cantautore (quello sì!) chiamato Joe Barbieri.
Potrei continuare ma mi fermo. Napoli ha una grande storia, un grande passato, ci sono dei fermenti molto interessanti, perché quindi ridurre il tutto a una storia di "parrocchie"? Non la possiamo liquidare semplicemente usando aggettivi a sproposito. Cosa vuol dire «il migliore»? Cosa vuol dire «il peggiore»? Rispetto a quale sensibilità? Rispetto a quale gusto, quale profondità? Io non credo ci sia il migliore o il peggiore, su tutto credo ci sia il rispetto che noi dobbiamo all'arte in generale, alla musica nello specifico.
D'Alessio fa delle canzoni che piacciono, è di successo, va in televisione, viene trasmesso da quelle radio che anni fa lo boicottavano e viene presentato in programmi da conduttori che prima lo deridevano (questa è storia). E' di Napoli ma credo che non c'entri con quello che è il "groove" della scuola napoletana (De Sio, Daniele, Esposito, De Piscopo, De Crescenzo, Avitabile, Bonocore, Senese, Gragnaniello, e così via). A Sanremo andrà una parte di Napoli che piace a una parte d'Italia che vuole che una parte di Napoli sia e resti così.
Tanto per informare......
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