PACHINO - Tra le attività e le manifestazioni che caratterizzano ogni anno le festività natalizie, a lasciare il segno è certamente stato il concerto tenutosi nel plesso scolastico Vitaliano Brancati di Pachino organizzato dall'Unione italiana ciechi con il patrocinio dell'assessorato allo sport turismo e spettacolo del comune di Pachino. Ad esibirsi è stata la soprano Lyudmyla Porvatova accompagnata al pianoforte dal maestro Vito Patanè. A curare l'organizzazione è stato, in rappresentanza dell'Unione italiana ciechi, Sebastiano Calleri, non vedente, e responsabile pachinese dell'associazione che riunisce i non vedenti.
"Il concerto, -ha dichiarato Calleri- assume tutto un significato particolare. Ad esibirsi insieme al soprano era infatti il maestro pianista Vito Patanè, diplomato in composizione e pianoforte, anch'egli non vedente, e che per anni è stato un apprezzato maestro di musica all'istituto Ardizzone Gioieni per ciechi. La sua esibizione è stata certamente fuori dal comune, così come la performance della cantante ucraina nonostante una raucedine avesse messo in forse fino all'ultimo la prestazione. Unanime, -ha continuato Sebastiano Calleri- l'ammirazione del pubblico intervenuto che ha potuto apprezzare le doti canore del soprano leggero. Sono certamente iniziative che vanno ripetute anche in occasioni diverse. Tali manifestazioni hanno certamente una funzione educativa per tutta la collettività perchè la musica costituisce un messaggio universale capace di superare qualsiasi handicap fisico. Un modo dunque, -ha concluso Calleri- per educare il non vedente e tutti gli altri".
Il concerto si è svolto in due parti. Nella prima parte sono state eseguite musiche di Mozart (Marcia alla Turca), di Schubert (Stàndchen), di Beethoven (Chiaro di Luna), di Shopin (Notturno), di Bellini (Ah! Non credea mirarti, da La sonnambula), di List (Libestraum).
La seconda parte è invece stata dedicata alle musiche di Rossini (Overture da Il Barbiere di Siviglia), di Smit (Parafrasi da concerto dal Rigoletto di Verdi), di Puccini (O mio babbino caro dall'opera di Gianni Schicchini) e di Brahms (Danza ungherese numeri 5 e 6).