Alemanno: stop ai falsari del cibo

Alemanno: stop ai falsari del cibo L´ultimo dei tesori italiani entrati nella lista delle specialità tutelate dall´Unione europea è il pomodoro di Pachino Igp. Gli ambasciatori del made in Italy alimentare diventano così 122 (il 20% del totale comunitario). Ma questo prestigio è messo in pericolo dall´agropirateria. Confezioni alimentari attraenti con il tricolore e la scritta «Parmesan», «il vero Parmigiano Reggiano». Del marchio Ue, però, che ne garantisce l´autenticità in quanto Denominazione d'origine protetta (Dop) neppure l'ombra. Situazione analoga per un «salame tipo cacciatore» con bandiera italiana sulla fascetta ma senza indicazione del luogo di produzione. Sono decine i casi di pirateria del made in Italy. Il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno, ha avviato una battaglia contro le contraffazioni alimentari. Nel mirino ci sono non tanto le produzioni più famose e protette, quanto specialità generiche, dalla pasta al salame o il prosciutto che nella presentazione suggeriscono chiaramente l´immagine dell´Italia, anche senza esprimerlo chiaramente. «La battaglia per la protezione dei prodotti di qualità all´interno del Wto non può limitarsi - spiega il ministro - ai soli prodotti protetti, dal Parma al Grana Padano o il parmigiano reggiano».

Alemanno, che prospetta la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea, sottolinea che soltanto per il Parmigiano reggiano la perdita potenziale è di tre miliardi di euro. Alemanno invita i consorzi di tutela delle dop a registrare il proprio marchio e a collegare a ogni prodotto un copyright come avviene per altre produzioni industriali a partire dalla moda. E proprio il copyright può diventare lo strumento per rafforzare il collegamento tra i prodotti agroalimentari e il territorio. In questo senso si orienta la proposta della commissione europea di estendere ai prodotti alimentari a denominazione d'origine le norme che contrastano il commercio di merci contraffatte. La Coldiretti sottolinea l'importanza della lotta ai falsi nell´agroalimentare. Parole, colori, località e immagini rubati al nostro paese sono sempre più spesso i protagonisti della pirateria dei prodotti. «Non solo cd e capi d'alta moda ma anche alimenti tipici comunitari contraffatti - spiega Paolo Bedoni, presidente Coldiretti - saranno fermati alle frontiere impedendo la loro commercializzazione.

Le frodi in campo alimentare secondo la Commissione europea hanno subito un aumento del 75% tra il 2001 e il 2002 (quattro milioni di pezzi). Da difendere è il paniere agroalimentare delle Dop e Igp». «E' preoccupante l´assalto con frodi, imitazioni e contraffazioni di prodotti italiani - dice il presidente della Cia, Massimo Pacetti -. Un attentato alla qualità, che scippa non solo i marchi più prestigiosi ma mette in atto anche imitazioni che sono la negazione stessa del concetto di sicurezza alimentare». «Nella falsificazione dei prodotti - dice il presidente di Confagricoltura Agusto Bocchini - il consumatore crede di comperare un prodotto originale, mentre tale non è». L'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio è stato uno dei padri del termine agropirateria: «Le leggi Usa - dice - contro la pirateria commerciale riguardano il software e la musica, mentre prodotti dell'ingegno e della terra non sono solo oggetto di imitazione ma minano la nostra stressa tradizione.

Di qui la necessità di una campagna forte di protezione. La mia proposta è per un sistema che dia valore alle dop e igp a livello mondiale. Il vino chianti dell'Uruguay o della California o le imitazioni del gorgonzola non possono essere una normalità ma un fatto perseguito. Essendo prodotti diversi devono essere cartatterizzati da un nome che non sia italiano. Sul prodotto almeno deve essere scritto in evidenza che è simile. Oggi la parola Italia è meno tutelata di una multinazionale della musica o dell´informatica. E un´attenzione particolare deve essere rivolta alla nostra pasta di grano duro perché il rischio è lo stesso che già avviane negli Usa per la pizza, spesso reclamizzata come originaria degli States. Salviamo le tipicità».
Fonte: La Stampa il 02-02-2003 - Categoria: Cronaca

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