Durante la pulizia straordinaria degli arenili, avviata lo scorso giugno dalla Provincia regionale per rimuovere i materiali depositatosi nella stagione invernale, a «opprimere» gli operai, «esonerati» dalla rimozione dei rifiuti ingombranti, è stata l'inesauribile massa di alghe. Durante l'intervento di carattere straordinario recentemente conclusosi, è possibile, adesso, fare un bilancio: in nessuna spiaggia sono stati rinvenuti, infatti, elettrodomestici in disuso, e ogni genere di mobili che hanno abbondato, invece, in passato. Sebbene gli operai siano stati «sollevati» da tale incombenza, gli stessi hanno avuto un gran da fare nella rimozione del cospicuo quantitativo di alghe, che hanno rappresentato la parte più consistente dei rifiuti. A fornire le cifre dell'operazione condotta, e a delinearne, al contempo, la fisionomia, è il dirigente della Provincia, Domenico Sole. «Dall'8 giugno, data di avvio della pulizia straordinaria, sino al completamento, avvenuto il 30 giugno - dice - abbiamo raccolto un quantitativo di immondizie pari a: 34.000 chilogrammi, di cui 30.000 di alghe e il resto di rifiuti solidi urbani, negli arenili di Carlentini, Augusta, Priolo; 360.000 Kg, di cui 300.000 di alghe ed il restante di rifiuti solidi urbani, negli arenili di Siracusa, dove il primato per la mole di alghe spetta a Fontane Bianche; 25.000 kg esclusivamente di rifiuti solidi urbani ad Avola; 180.000 Kg di cui 160.000 di alghe a Noto; 300.000 kg di cui 280.000 di alghe e 20.000 di rifiuti solidi urbani a Pachino; 12.000 kg di sole alghe a Portopalo. Nell'àmbito degli interventi di pulizia ordinaria, avviati lo scorso 1 luglio e sino al 10 luglio, abbiamo rimosso: 69.000 kg di alghe e 1.000 di rifiuti a Fontane Bianche; 50.000 kg di alghe e 6.000 di altri rifiuti a Portopalo; 50.000 kg di alghe e 6.000 di rifiuti in contrada Spinazza a Noto; 80.000 kg di alghe e 2.000 di rifiuti a Pachino; 3.000 kg di rifiuti a Carlentini.
A dispetto di quanto si possa ritenere, la presenza di tali alghe, così denominate erroneamente, è indicativa di un elevato grado di pulizia del mare. Trattasi, infatti, di piante, la cui esatta denominazione è posidonea oceanica, che crescono nel mare solo se pulito. Le alghe vere e proprie, invece, proliferano nell'acqua sporca. Se ci fossero i presupposti, queste piante, anzichè essere conferite in discarica, potrebbero trovare largo impiego in agricoltura, come concime. Poichè, in zona, non esistono adeguati impianti di trattamento, e la trasformazione altrove decreterebbe una spaventosa lievitazione dei costi, a priori, abbiamo rinunciato all'uso di tale risorsa. Per quanto concerne il conferimento dei rifiuti, comprese le alghe ci si è serviti della discarica di: contrada Armicci in relazione agli arenili di Carlentini; contrada Cardona per Augusta, Priolo, e Siracusa; contrada Nicolella Baglio per Avola e Noto; contrada Costa di S.Ippolito per Pachino e Portopalo. Inoltre, nel corso della recente operazione, abbiamo constatato come sul peso dei rifiuti raccolti abbia inciso l'accresciuta quantità di canne. L'eccessiva presenza di canne è stata dovuta, nella zona nord alla tracimazione del fiume S.Leonardo, nel resto degli arenili all'alluvione dello scorso settembre». L'attesa per il conferimento delle alghe nelle discariche, già colme, hanno, spesso, ed erroneamente, indotto i bagnanti a puntare il dito verso l'amministrazione provinciale. Ad impedire l'immediato conferimento nelle discariche, oltre alla loro saturazione, sono intervenute altre cause.
Lucia Corsale
Fonte:
LaSicilia.it il 16-07-2004 - Categoria:
Cronaca