Legambiente si dice preoccupata per le conseguenze della realizzazione di un allevamento di tonni rossi al largo di Brucoli, per il quale è già stata rilasciata la concessione demaniale. «Quello che preoccupa della vicenda – sostiene – è la totale assenza di regole e di norme che caratterizza questa attività, per la quale oggi si parla solo dei vantaggi economici.
Si calcola, infatti, che ognuna delle sei gabbie che navigano nelle acque di Brucoli frutti ai proprietari, che fanno parte di una società giapponese, 50 miliardi di lire». Per fare il punto sull'impianto di allevamento di tonni, Legambiente ha atteso che ieri mattina l'imbarcazione simbolo della difesa delle coste, la Goletta Verde, facesse tappa ieri mattina a Brucoli. Per l'occasione sono stati resi noti i risultati delle analisi eseguite per verificare lo stato del mare siracusano. Il quadro è tutto sommato positivo. L'unico neo a Portopalo, dove è stata trovato inquinato il tratto di mare antistante una spiaggia frequentata da bagnanti.
La causa è stata individuata: si tratta di una condotta fognaria che scarica in mare. È stato ad ogni modo precisato che in quel tratto di costa vige, proprio a causa delle acque inquinate, il divieto di balneazione. «È confortante che i dati siano migliorati rispetto agli anni scorsi – ha dichiarato Paolo Tuttoilmondo – l'attività di controllo e denuncia svolta da Legambiente attraverso Goletta Verde è evidentemene servita. Al contrario dell'opinione di qualche albergatore poco lungimirante che ci accusava di rovinare la stagione balneare diffondendo dati allarmanti, osserviamo che nei casi a rischio di corso ai ripari».
A riferire dello stato del mare siracusano ieri erano presenti anche Rossella Muroni, portavoce di Goletta Verde, Sergio Marino, direttore generale dell'Arpa Sicilia, e Domenico Ciacchella di Legambiente Augusta. Lungo le coste siracusane sono stati effettuati, tra il 3 e il 5 scorsi, otto prelievi. I biologi di Goletta Verde – è stato spiegato – precedendo via terra l'imbarcazione a bordo dei laboratori mobili, hanno raccolto campioni di acqua in alcuni punti scelti tra quelli indicati dal ministero della salute, su cui hanno poi effettuato le analisi microbiologiche di coliformi fecali e streptococchi secondo la legislazione vigente a cui sono state affiancate, in via sperimentale, le ricerche su un nuovo parametro al vaglio dell'Unione Europea, gli enterococchi».
«Non pretendiamo di assegnare patenti di balneabilità a nessuno – ha detto Rossella Muroni – ma solo eseguire analisi per conto del popolo dei bagnanti».
Fonte:
La Gazzetta del Sud On Line il 14-08-2002 - Categoria:
Cronaca