Nasce nel cuore della campagna verde di Ispica la prima struttura pubblica per il controllo e la sicurezza dei prodotti alimentari.
Ispica. Mangiare bene, pensando alla salute. Parte dalla Sicilia l’operazione «cibo sicuro».
Nasce nel cuore della campagna verde di Ispica la prima struttura pubblica per il controllo e la sicurezza dei prodotti alimentari.
Guerra dichiarata agli Ogm, ma non soltanto.
Nei piani dell’inedita agenzia, che sarà diretta dal nutrizionista Giorgio Calabrese (presidente dell’Authority europea di Parma) figurano anche importanti progetti di recupero dei valori e delle tradizioni agroalimentari, non soltanto locali. «Che senso ha incrementare le produzioni del pomodoro di Pachino, della malvasia di Lipari, del Marsala o del nero di Avola, se poi i consumatori snobbano delizie di questo genere, per mancanza di certificazioni ad alto livello?», s’interroga Innocenzo Leontini, assessore regionale all’Agricoltura, promotore dell’agenzia, finanziata con un primo fondo di poco superiore ai due milioni di euro.
Alla porta dell’Asca, come accennato, potranno bussare coltivatori e imprenditori di tutta Europa.
«Si dovrebbe chiudere, così, o almeno ridimensionare il giro vizioso delle consulenze e delle certificazioni private», spiega il professore Calabrese, che sarà assistito nel suo impegno da un team di specialisti, medici, biologi, tecnici e operatori dei diversi settori agroalimentari.
Una volta ricevuta la richiesta, l’agenzia avvierà un’indagine capillare sulla qualità dei prodotti da certificare, naturalmente operando su campioni prelevati a sorpresa.
Se le analisi escluderanno alterazioni genetiche o, contaminazioni da fitofarmaci, pesticidi, erbicidi, diserbanti o metalli pesanti, al produttore fortunato sarà concesso un bollino di garanzia, da fregiare con tanto di stampa sull’etichetta, naturalmente.
Operazione preziosa anche per il rilancio economico e occupazionale dei settori in crisi generazionale.
Ma i promotori della struttura-pilota siciliana giustamente sottolineano il target non soltanto regionale, ma addirittura internazionale della proposta.
Se un’impresa cinese di pomodori o verdure (l’esempio non è citato a casaccio, evidentemente…) vuole esportare in Europa le proprie produzioni, può rivolgersi all’agenzia di Ispica per ottenere le necessarie certificazioni di sicurezza e vincere le naturali diffidenze dei consumatori.
«Ecco perché da oggi possiamo dire di aver compiuto un passo fondamentale sulla strada della sicurezza», conclude Calabrese.
«Saremo anche in grado di tracciare il dna di un prodotto e stabilirne la provenienza con una precisione assoluta. Quanto alla verifica sugli ogm, seguiremo le direttive della Unione europea, senza mai rinunciare alla nostra scelta di campo in favore dei consumatori e dei produttori fedeli, naturalmente».
E allora, partendo da un’esigenza più avvertita in Sicilia (il triangolo Ragusa-Siracusa-Ispica è considerato l’«orto» più fertile del pianeta) l’idea dell’agenzia di controllo alimentare è destinata a propagarsi in tempi brevi ben al di là dello Stretto.
«Il riconoscimento della qualità potrà essere un forte collante per lanciare sui mercati di tutto il mondo le nostre produzioni pregiate», dice Dario Cartabellotta, dirigente regionale e ideatore dell’Asca.
A patto, però, che da parte delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, l’appoggio all’iniziativa sia convinta e incisiva.
Fatti concreti, non semplici promesse.
Alla cerimonia inaugurale di ieri, in questo angolo di paradiso più vicino alle sponde africane che al continente, era annunciata la presenza, al fianco dell’assessore Leontini, di quattro ministri e del governatore regionale Cuffaro: nessuno dei cinque ha rispettato l’impegno e anche l’atteso confronto finale, coordinato dai giornalisti Antonio Lubrano e Franco Di Mare, si è svuotato inevitabilmente d’interesse.
Peccato davvero, perché il tema del «cibo sicuro» a tutti i costi appassiona sempre più l’opinione pubblica.
Fonte:
Greenplanet.net/Il Mattino il 30-06-2005 - Categoria:
Economia