«An deve uscire dalla maggioranza»

PACHINO - Si fa sempre più intricata la questione politica pachinese. Nonostante gli esponenti di giunta si sforzino di nascondere l'evidente stato di difficoltà la bagarre è esplosa.
"Alleanza nazionale deve uscire dalla maggioranza" tuona il consigliere comunale Salvatore Di Fede. "Dopo le dimissioni di Mandalà della settimana scorsa che ha lasciato il posto in giunta, ora chiederemo all'altro esponente di An Emanuele Rotta di dimettersi". Il bubbone che da tempo covava all'interno del partito di Fini sembra dunque essere scoppiato in tutta la sua virulenza. Di Fede, che già si era detto nei giorni scorsi contrario a dare il suo appoggio al sindaco, ora vuole coinvolgere tutto il suo partito nel no a Barone, facendo valere l'autorevolezza di chi fino a qualche giorno fa ha rivestito le vesti di coordinatore. Di Fede detta le regole: "È impossibile continuare su questa via suicida al fianco dell'amministrazione, -ha continuato- se Rotta vuole rimanere all'interno di Alleanza nazionale deve dimettersi". L'idea sembra essere condivisa da molti iscritti e simpatizzanti del circolo, e soprattutto da coloro, e non sono pochi, che hanno abbandonato il partito non condividendo la linea a favore dell'amministrazione. Alleanza nazionale infatti, pur di sostenere la linea amministrativa, si è progressivamente svuotata creando seri problemi di organico al partito. Di Fede insomma, sembra essere passato all'opposizione ed aspetta segnali da parte dei partiti e dei movimenti che già da tempo sono in aperto contrasto con il sindaco.

Molto dipenderà ora dall'atteggiamento che assumeranno gli altri consiglieri e primo fra tutti Midolo. Intanto il coordinatore del movimento Rinascita di Pachino Sebastiano Mallia è intervenuto sulla vicenda delle lettere anonime. «Ci chiediamo, -ha detto Mallia- se il Sindaco e i suoi episodici sostenitori non stiano forse cercando di far circolare qualche ignobile sospetto: che gli attacchi a viso aperto dell'opposizione consiliare andrebbero assimilati -come in un unico disegno strategico- alle lettere anonime contro di lui e contro altri. Rinascita le lettere anonime e le vigliaccate non le fa, ma le ha subite e le subisce. Piuttosto che preoccuparsi dell'opposizione, che svolge il proprio compito, Barone farebbe bene a valutare il comportamento dei suoi. Nella discussione sulla sfiducia al sindaco nessuno prese la parola per difendere il suo operato e, a seguire la sua arringa, rimase un presidio di soli due consiglieri. Quanto alle "risposte" che ancora promette di dare il primo cittadino sta suonando un disco vecchio. Le due non entusiasmanti "risposte" in realtà sono gli stipendi non pagati agli impiegati e una Marzamemi invasa dalle erbacce, proprio mentre inizia la bella stagione".

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 01-06-2005 - Categoria: Politica

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