Annata buona per la qualità dell'olio di oliva ma la quantità della produzione è dimezzata

Annata buona per la qualità dell'olio di oliva ma la quantità della produzione è dimezzata Ultimi giorni per la raccolta delle olive. Ed è già tempo di bilanci. I dati della campagna di quest'anno riportano una diminuzione dei quantitativi di olive. «In media, rispetto ai dati del precedente anno, si è registrata una diminuzione del 50% nella quantità di olive -confermano i produttori, tra i quali ce ne sono di specializzati da generazioni nella produzione di olio extravergine di oliva di qualità - e del 30% nella produzione di olio». Migliore, invece, la resa delle olive. «Se nel 2003 è stata pari al 10% circa - si apprende - quest'anno la resa media delle olive oscilla dal 16 al 17%». Si tratta di dati riferibili ad un grosso numero di produttori della zona, compresa in un triangolo agricolo delimitato da Rosolini, Noto e Pachino. Buona, comunque, la qualità dell'olio prodotto nelle nostre terre, riconosciuto e apprezzato tra i migliori. Il segreto è un angolo di terra soleggiato e in particolari condizioni climatiche. «La localizzazione dell'ulivo nel comprensorio - spiega l'agronomo Ercole Aloe, della Confederazione italiana agricoltori di Siracusa - interessa una porzione piuttosto ampia del territorio collinare interno, dove l'olivicultura rappresenta un comparto produttivo rilevante». Settore trainante dell'economia di una civiltà tipicamente rurale, fin dai tempi della Magna Grecia.

Testimonianze storiche confermano accordi commerciali sorti intorno alla produzione di olio, talora assunto come moneta di scambio anche per la compravendita di bestiame e di altri generi occorrenti alle famiglie del tempo. Oggi le moderne tecniche di coltivazione, lavorazione e conservazione dell'olio di oliva puntano su un prodotto di alta qualità, garantita dalla nostra terra. «Sono numerose le varietà di olive diffuse nella zona - aggiunge Aloe - destinate alla produzione di olio pregiato. La Moresca, per esempio, la Biancolilla, la Nocellara etnea e la Tonda iblea. Sono tutte varietà a duplice attitudine, capaci di produrre drupe mediamente grosse e con una buona resa in olio». La coltivazione dell'olivo, di solito, si sviluppa su terreni asciutti, sia di medio impasto che sciolti e solo raramente usufruisce di apporti irrigui. La maggior parte degli olivicoltori locali sono piccoli proprietari terrieri che producono olio eccellente da olive destinate al frantoio appena raccolte».

Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 31-10-2004 - Categoria: Economia

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