PACHINO - Il coordinatore cittadino dell'Udc Nuccio Cicciarella ha espresso vivo apprezzamento, e stima nei confronti del preside Paolo Dipietro ex capogruppo del partito centrista e consigliere dimissionario. "Invito Dipietro, -ha affermato Cicciarella- a rimanere con le forze sane del partito, quelle stesse forze che non chiedono la testa di nessuno e non esprimono diktat di sorta. Il coordinamento cittadino dell'Udc esprime vivo apprezzamento per l'operato politico di Dipietro e non può che invitarlo a dare il suo contributo e sostegno al partito". La surroga di Dipietro ha di fatto mutato gli equilibri del gruppo consiliare assegnando due consiglieri all'area Gianni e due all'area Burgaretta. Logica conseguenza vorrebbe che anche la distribuzione degli assessorati dovrebbe essere paritaria. A tal proposito dunque entrerebbe in scena come potenziale candidato ad una poltrona amministrativa lo stesso Paolo Dipietro che in qualità di consigliere dimissionario avrebbe tutti i requisiti sufficienti per ricoprire la carica. Spataro però ha già indicato un nominativo.
La situazione dunque potrebbe evolversi nelle prossime ore aprendo nuovi scenari. Mutamenti potrebbero accadere anche in An. Il partito di Fini è chiamato a capire chi sostiene l'amministrazione e chi no. L'assenza determinante in consiglio di Midolo e l'astensione di Di Fede, mettono in serio pericolo la permanenza in giunta di An che a questo punto potrebbe essere più interessata a guardare oltre piuttosto che a mantenere in giunta i suoi due assessori. Intanto il movimento Pachino Nuova ha chiesto ufficialmente al sindaco le dimissioni con un manifesto murale. E il mondo politico intanto guarda con estremo disinteresse al voto referendario di oggi. La consultazione è un referendum confermativo relativo alla legge elettorale della regione Sicilia. La legge elettorale infatti è stata approvata nei mesi scorsi dall'Assemblea regionale a maggioranza assoluta, e dunque inferiore ai due terzi dei membri dell'Ars. La legge prevede pertanto la possibilità, per un quinto dei membri dell'assemblea regionale o un cinquantesimo degli elettori, di chiedere che si proceda a referendum popolare confermativo. La norma contestata riguarda lo sbarramento del 5% che impedirebbe ai partiti più piccoli di essere rappresentati nell'Ars.
Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 15-05-2005 - Categoria: Politica