Appiccò incendio che provocò la morte di un anziano

PACHINO – Sarebbe stato un tunisino di 42 anni, Mahamoud Nasr, ad appiccare nella notte tra il 27 e il 28 aprile scorsi, in via Libertà, l'incendio alla porta dell'abitazione di Salvatore Spataro, 69 anni, che morì intossicato dal fumo. A questa conclusione sono arrivate le indagini dei carabinieri che ieri mattina hanno arrestato il presunto piromane. Incendio doloso e omicidio come conseguenza non voluta di un altro reato sono le accuse di cui dovrà rispondere.

Forse già questa mattina, il tunisino comparirà dinanzi al giudice per essere interrogato. Si vedrà in quella occasione se ammetterà le responsabilità che gli vengono attribuite o se si protesterà innocente e quindi ingiustamente accusato. I carabinieri della caserma di Pachino e della Compagnia di Noto, il cui lavoro è stato coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica Stefano Ancilotto, di dubbi sembrano non averne. Alcune testimonianze, telefonate intercettate e i risultati di una perquisizione eseguita in casa dell'indagato il giorno dopo la tragedia fornirebbero a loro giudizio prove solidissime contro il tunisino.

Una squallida storia di prostituzione farebbe da sfondo all'attentato sfociato nella morte dell'anziano. Mahamoud Nasr e Salvatore Spataro si conoscevano da tempo. Il tunisino, che lavorava saltuarimente come bracciante agricolo, avrebbe gestito un giro di prostituzione e alcune delle sue donne sarebbero state ospitate in casa dell'anziano, che essendo vedovo viveva da solo. A un certo punto, però, il sodalizio tra i due si sarebbe rotto. La causa sarebbe stata l'amicizia che il pensionato avrebbe stretto con una quarantenne, divenuta una sorta di sua convivente.

Salvatore Spataro non sarebbe più stato disposto ad accogliere nella propria abitazione le donne del tunisino e Mahamoud Nasr si sarebbe molto arrabbiato, anche perchè‚ sapeva che la compagna del pensionato si prostituiva, per cui non vedeva perché le sue donne non dovevano più mettere piede in quella casa. Il tunisino avrebbe così attuato una serie di piccole vendette nei confronti dell'ex amico: prima lo avrebbe minacciato, poi gli avrebbe mandato in frantumi i vetri delle finestre, un'altra volta avrebbe chiuso il vecchietto il casa, bloccando la porta dall'esterno con una catena e un lucchetto. Questi episodi Salvatore Spataro non li ha mai denunciati alle forze dell'ordine, ma la figlia, dopo la sua morte, li ha raccontati agli investigatori.

I Carabinieri hanno raccolto anche le testimonianze di altri familiari della vittima e poi di alcuni vicini, verificando come tutti gli indizi portassero a Mahamoud Nasr. Le ultime prove le avrebbe fornite indirettamente lo stesso tunisino, il quale avrebbe rivelato ad alcune persone in paese di avere appiccato l'incendio che causò la morte di Spataro. Non lo avrebbe fatto semplicemente per atteggiarsi. Il suo scopo sarebbe stato di intimidire chi lo ascoltava, fare capire loro che se si fossero opposti alle sue richieste avrebbero potuto fare la stessa fine. Ciò porta a credere che i destinatari delle velate minacce siano persone che come Spataro avrebbero ospitato le donne del tunisino, o sarebbero state in qualche altra maniera coinvolte nel giro di prostituzione, decidendo però, a un certo punto di tirarsi indietro.

I carabinieri hanno scoperto anche dove il tunisino si è procurato la benzina con cui ha appiccato il fuoco alla porta dell'abitazione dell'anziano. Mahamoud Nasr vi si sarebbe presentato poche ore prima di compire l'attentato. Di lui si ricorderebbero il titolare della stazione di servizio e anche un paio di automobilisti che quella sera stavano facendo benzina. Il tunisino avrebbe chiesto al gestore del rifornimento di riempirgli una bottiglia. La bottiglia sarebbe la stessa che i carabinieri hanno trovato e sequestrato a casa di Mahamoud Nasr il giorno dopo l'incendio.

Quando fu appiccato il fuoco, nel cuore della notte, il povero Salvatore Spataro dormiva. Era solo. Si svegliò quando ormai era troppo tardi. Il fumo, infatti, aveva già invaso ogni stanza. Il poveretto ebbe solo la forza di raggiungere le scale. Lì si accasciò privo di sensi e morì intossicato.
Fonte: Gazzetta Del Sud On LIne il 25-07-2002 - Categoria: Cronaca

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