PACHINO - Giorno 20 settembre scadrà il termine utile per fare ricorso al Tar avverso il decreto assessoriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale relativo all'approvazione delle cartografie delle aree di interesse naturalistico Sic e Zps da parte della Regione siciliana ricomprendenti centinaia di ettari di terra che attualmente producono l'ormai famoso Igp Pomodoro di Pachino e il melone di Pachino il cui riconoscimento e la cui delimitazione territoriale è in corso di ultimazione. Con l'avvicinarsi della scadenza gli imprenditori agricoli sono ritornati sul piede di guerra minacciando anche azioni clamorose a difesa delle loro aziende. Intanto si registrano le prime conseguenze concrete della progettazione delle aree protette. A farne le spese in primis è stata l'azienda Burgio di Corrado Impera, una delle aziende leader nella produzione di pomodoro e di melone. A raccontare la sua vicenda è lo stesso titolare che ha costruito centinaia di impianti serricoli in aree che oggi sono state ricompresse tra quelle di interesse naturalistico. “Ho investito circa due milioni e mezzo di euro nella mia azienda, -ha affermato Impera- presentando progetti finanziati con contributi al 50%. Sulla base dei decreti con cui mi si prometteva la metà dell'investimento, le banche mi hanno concesso i mutui. Ho costruito centinaia di serre, impianti tutti modernissimi ed all'avanguardia che costituiscono il fiore all'occhiello dell'imprenditoria pachinese.
Tutto è stato fatto in regola e tutto secondo i progetti regolarmente presentati. Ora però, -ha continuato Impera- il finanziamento promessomi non viene erogato poiché non può essere rilasciato il decreto di collaudo dato che la mia azienda ricade quasi tutta nelle aree protette. A me e ad altri imprenditori nelle mie stesse condizioni si nega il finanziamento dopo che ci siamo indebitati fino al collo portandoci sull'orlo del precipizio”. Una situazione quella di Impera che è solo la punta di un iceberg che rischia di mettere in difficoltà un intero comparto agricolo e lo stesso riconoscimenti Igp che si basa sulle caratteristiche pedoclimatiche della coltivazione in zone umide e sabbiose. “Non chiedo di essere compatito, -ha affermato Corrado Impera- chiedo solo all'assessore all'agricoltura ed a quello al territorio ed ambiente della Regione cosa bisogna fare. Ci diano una risposta chiara”. Poi Impera esclama con amarezza: “Non riusciranno mai a togliermi la mia terra. Io non ho alberghi o ville sull'orlo dei pantani, ho il mio lavoro ed il lavoro dei miei 150 dipendenti”.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 01-09-2006 - Categoria: Cronaca