Aree sic, depositati i ricorsi

Aree sic, depositati i ricorsi PACHINO - È scaduto lo scorso 4 novembre il termine ultimo per la presentazione dei ricorsi contro l'istituzione delle aree protette Sic e Zps. Ad impugnare davanti al Tar i decreti della Regione Sicilia sono stati il Comune di Pachino, il consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino rappresentato dal presidente Salvatore Dell'Arte, l'associazione venatoria Anlc di Pachino rappresentata da Claudio Marsilla, la coop. Punta delle Formiche i cui magazzini di lavorazione risultano addirittura edificati in piena zona protetta, l'azienda ittico-agricola Spatola posta nei pressi del pantano Longarini e la ditta Scirè per delle proprietà nei pressi della frazione di Marzamemi, peraltro di nuova e più recente istituzione rispetto ai fondi già identificati in precedenza. I ricorsi, sono stati depositati ieri e nel giro di una decina di giorni dovrebbe essere fissata già la prima udienza. I legali che hanno curato i ricorsi si dicono fiduciosi nel buon esito della vicenda e si sono dichiarati possibilisti anche sull'ipotesi richiesta di ottenere una sospensiva dal Tar in via provvisoria. Oltre alle incongruenze evidenti relative al vincolo naturalistico di interi ettari di terra che invece risultano fortemente antropizzati e sottoposti a coltivazione intensiva ed in serra, i legali hanno evidenziato il problema delle cartografie obsolete e risalenti agli anni sessanta inviate alla Regione e da questa agli organi comunitari dalle quali non si evinceva certamente lo stato dei luoghi e sulle quali sono stati segnati i confini delle aree da sottoporre a tutela naturalistica.

A tutto ciò si aggiunge inoltre la mancanza assoluta di qualsiasi attività di concertazione avvenuta tra la regione e segnatamente tra l'assessorato al territorio ed ambiente ed il comune di Pachino che non ha mai concordato con nessun organo i vincoli relativi alle zone di interesse comunitario ed a protezione speciale. Ulteriore elemento pregiudiziale evidenziato dai legali fa poi riferimento all'ampliamento delle zone Sic e Zps. Il territorio vincolato infatti è addirittura cresciuto rispetto all'originaria perimetrazione coinvolgendo altre aziende ed investendo così un'intera fascia produttiva che va da Capo Passero fino a Punta Cirica sul versante sud-ovest, oltre ad investire le zone di Morgella e Marzamemi. Nella frazione addirittura, i decreti di istituzione delle zone Sic rischiano di mettere in forse i fondi dei Pit, mentre nelle zone a coltivazione intensiva sono stati bloccati i contributi accordati alle aziende in attesa dell'esame delle dichiarazioni di valutazione di incidenza.

Salvatore Marziano



Garanzie sui regolamenti

(sa. mar.) L'assessorato regionale, dopo diverse pressioni e dopo la visita in loco dello stesso assessore Interlandi, ha dato garanzie circa la possibilità di modifica dei regolamenti in modo da fare rientrare la coltivazione in serra come attività tradizionale e dunque consentita nelle zone Sic e Zps. Rimane invece ferma la determinazione di istituire le aree protette, contrariamente a quanto richiesto dal mondo imprenditoriale locale. I danni che si configurano infatti, qualora la sericoltura dovesse essere consentita, sono ugualmente molto gravi poiché assoggettano a vincoli piuttosto rigidi qualsiasi attività si intenda avviare.

Le aree protette inoltre occupano più del 50 per cento del territorio riconosciuto come idoneo alle produzioni Igp pomodoro di Pachino. La preoccupazione dunque per le coltivazioni protette è stata notevole, soprattutto nel timore di non poter coltivare il famoso ciliegino di Pachino. Questo pericolo sembra comunque scongiurato, data la possibile deroga della Regione. Rimangono comunque in vigore le ulteriori limitazioni anche in ordine urbanistico.
Fonte: LaSicilia.it il 10-11-2006 - Categoria: Cronaca

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