Arrestati dalla polizia cinque scafisti palestinesi

«Siamo riusciti a individuare tutto il gruppo di traghettatori che ha portato dalla Libia a Marzameni, i 130 cittadini extracomunitari di origine somala ed eritrea. E siamo riusciti, attraverso le indagini svolte dalla squadra mobile a scoprire i vari ruoli: tre «caronti» erano addetti al timone; uno al vettovagliamento degli «ospiti» ed uno alla manutenzione del natante». Così grosso modo si è espresso il dirigente della mobile Gennaro Semerano, riferendo dei cinque fermi di polizia giudiziaria compiuti nella stessa mattinata di ieri a centro di prima accoglienza di Crotone, dove i 13' clandestini erano stati condotti dopo lo sbarco a Marzamemi del 12 settembre scorso. Nel mirino della polizia e della procura della repubblica di Siracusa (sostituto Francesco Aliffi) erano in sei i traghettatori da assicurare alla giustizia. Uno è riuscito a sottrarsi al fermo di p.G. I cinque cittadini palestinesi posti in stato di fermo sono Amdi Regheb di 24 anni; Mohamed Zubedi di 25 anni; Mustafa Mrwan di 25 anni e Nedif Azdin di 26 anni.

Sono ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con l'aggravante di avere commesso il fatto esponendo i passeggeri a pericolo per la loro incolumità in quanto trasportati a bordo di una imbarcazione fatiscente, inadeguata e senza l'osservanza di alcuna norma di sicurezza per la navigazione marittima. Infatti si è appreso durante la conferenza stampa (tenuta dal dirigente delle Volanti Salvatore Fazzino, e dai dirigente della mobile Semeraro e Angela Lauretta) che uno del gruppo dei traghettatori, quando il natante è giunto davanti alla Sicilia, passò il timone ad un viaggiatore, inesperto di navigazione, defilandosi sperando di far perdere ogni sua traccia. Quando sono state avanzate istanza di asilo politico, anche i traghettatori fecero richiesta.
Il viaggio della speranza era venuto a costare ai disperati in cerca di un nuovo mondo fra i 500 e i 1000 dollari, finiti nelle mani di coloro che reggono le fila del traffico umano. L'imbarco avvenne in Libia, da un porto dal quale qualche giorni prima aveva preso il largo, il «natante della morte».

Saretto Leotta
Fonte: LaSicilia.it il 07-10-2004 - Categoria: Cronaca

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