PACHINO - Il cittadino iracheno, Ahmed Alì di 39 anni, ha fatto di tutto, quando si è visto con l'acqua alla gola, per sottrarsi all'arresto dei carabinieri che lo avevano ormai snidato. Era a conoscenza che qualora fosse stato individuato correva il rischio di essere ammanettato, giacchè non aveva ottemperato ad un ordine di espulsione a lui notificato, tempo addietro. Avrebbe dovuto lasciare il territorio nazionale almeno sei mesi addietro, invece, si era dato alla clandestinità, girovagando per la penisola, sino ad arrivare a Pachino. Pensava, probabilmente, di averla fatta franca. Ma non è stato così. I carabinieri in questo periodo, come è noto, hanno accentuato le operazioni di servizio per controllare la posizione della manovalanza extracomnunitaria che dimora nel centro agricolo di Pachino.
Nel corso di uno di questi controlli i militari della compagnia di Noto, in azione operativa a Pachino, hanno appreso di un extracomunitario che si nascondeva all'interno dei locali annessi al centro di culto islamico di Pachino. L'irruzione è stata compiuta nottetempo. Il clandestino alla vista dei carabinieri ha tentato una inutile fuga sopra i tetti delle vicine abitazioni. Ma è stato bloccato. In caserma ha tentato una ultima carta. fornire agli investigatori false generalità, affermando di essere un algerino. La falsità però non ha retto a lungo, infatti gli accertamenti svolti dai militari hanno consentito di smascherare l'extracomunitario: non solo era un clandestino espulso dall'Italia con divieto di soggiorno in ambito europeo, ma che proveniva dall'Iraq e non dall'Algeria. Ahmed Alì pertanto è stato tratto in arresto e condotto al carcere di Cavadonna.
S. L.
Fonte:
LaSicilia.it il 10-04-2005 - Categoria:
Cronaca