PACHINO - Ancora polemiche sulle riserve naturali e sulle cartografie che dovrebbero indicare i confini territoriali delle aree protette. A prendere posizione questa volte sono state le associazioni venatorie che con il loro rappresentante Rosario Cugno Garrano, si dicono fortemente critici su un possibile accordo tra gli esponenti politici ed i funzionari della Regione. «Abbiamo ormai capito che, pur con una nuova cartografia, non si possono ridefinire i confini della zona B oltre un certo limite, come invece si vorrebbe far credere. Ciò significa che per molte centinaia di metri attorno ai pantani, dove si produce il miglior ciliegino Igp, non sarà consentita la coltivazione intensiva in serre». Secondo Cugno Garrano il presunto accordo regionale in base al quale la zona A a protezione totale sarebbe intoccabile e riguarderebbe solo gli specchi d'acqua, «costituirebbe un mal celato, quanto inutile, tentativo di indebolire la forte coesione esistente tra il mondo agricolo e quello venatorio nella comune lotta contro la riserva».
Le organizzazioni venatorie rivendicano la possibilità di effettuare la caccia alla fauna acquatica. «Nella Sicilia orientale, - ha continuato Cugno Garrano - fino alla riserva di "Vendicari", tutte le zone umide sono chiuse alla caccia a dispetto di tutte le leggi regionali e nazionali e di tutte le direttive europee che invece consentono l'attività venatoria. Qui si spaccia per ambientalismo quello che in realtà è uno spreco di denaro pubblico costituito dalla gestione di una riserva naturale che costituisce un grave danno dell'economia della zona». Le organizzazioni venatorie dunque puntano il dito sulle istituzioni delle riserve la cui gestione necessita una spesa non indifferente.
«Tutta l'area destinata a Riserva era già ampiamente protetta, - ha continuato Cugno Garrano - a seguito della istituzione delle zone di protezione speciale (Zps) e dei siti di interesse comunitario (Sic) ».
Le organizzazioni venatorie poi delegittimano i presunti accordi e i tavoli tecnici, ritenendo invece di dover puntare solo ed esclusivamente sulla giustizia amministrativa e dunque sull'esito dei ricorsi al Tar di Catania che dovrà pronunciarsi sulla regolarità dell'istituzione della riserva Pantani della Sicilia Sud Orientale.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 20-07-2012 - Categoria:
Ambiente