Assolto con formula piena l'ex direttore della Sicilcassa, Cammisuli

«Non covo risentimenti, anche se non sono cose che si possono cancellare. Qualcuno continuerà ad avere dei dubbi sulla mia onestà, ma io sono tranquillo». Parla così Andrea Cammisuli, ex direttore dell'agenzia di Pachino della Sicilcassa, coinvolto nella vicenda del fallimento dell'agenzia "Belfiore viaggi" di cui era titolare Roberto Belfiore. La sentenza, emessa il 9 maggio scorso, lo scagiona definitivamente dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e di violazione della legge fallimentare. Tra le accuse contestategli, infatti, anche quella di avere fatto incassare a Belfiore delle obbligazioni sottraendole così alla curatela fallimentare e di avere incassato, come banca, alcuni assegni versati da Giuseppina Cugno, moglie di Belfiore per estinguere il debito che l'agenzia aveva contratto con l'istituto, somme che invece secondo l'accusa, sarebbero dovute andare ai creditori. Piena assoluzione, dunque, richiesta dallo stesso pm Giorgio Orano, perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto. La vicenda, ha inizio sei anni fa, quando i finanzieri della sezione di polizia giudiziaria in seguito scoprono che Roberto Belfiore aveva creato altre società intestandole alla moglie e al figlio, continuando l'attività.

«La mia implicazione - spiega Cammisuli- non era di carattere personale, ma professionale, in quanto direttore della Sicilcassa in cui Belfiore aveva il suo conto». Una vicenda che a detta dello stesso Cammisuli, avrebbe potuto avere un epilogo più immediato visto che in fase di giudizio, non sono stati esibiti nuovi elementi, in termini di documenti e atti ufficiali, rispetto alla fase istruttoria. In tutto questo tempo, però, l'ex direttore di banca, ha sempre dichiarato di avere agito in buona fede, avendo consultato in tutte le operazioni svolte all'epoca, l'ufficio legale di Siracusa. Lo stesso ufficio, quando la vicenda ebbe inizio, aveva fornito alla procura la documentazione che dimostrava la liceità di quanto fatto da Cammisuli. E la sentenza emessa, ne è una dimostrazione. Quando nel '97 si apprese del fallimento dell'agenzia "Belfiore viaggi" e degli arresti che ne erano conseguiti, un intero paese era rimasto sgomento. Oltre a Cammisuli e a Belfiore, infatti, erano stati raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare anche la moglie e il figlio di questi e Vincenzo Mosto ex dirigente di uno stabilimento industriale del Nord e consulente di problemi finanziari, ora condannato a due anni di reclusione, nonché i titolari di tre agenzie a cui Belfiore si appoggiava per lavorare non potendo agire autonomamente essendo stato dichiarato fallito dal tribunale. A sei anni di distanza, con una sentenza che finalmente scagiona chi si era sempre dichiarato innocente, resta per molti il ricordo di una vicenda che aveva fatto balzare Pachino agli "onori" della cronaca.

di Valeria Drago
Fonte: LaSicilia.it il 16-05-2003 - Categoria: Cronaca

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