Attesa per i ricorsi al Tar

Attesa per i ricorsi al Tar Pachinesi con il fiato sospeso in attesa dell'esito dei ricorsi sulle aree Sic e Zps. Si terrà infatti giovedì prossimo, 25 gennaio, l'attesissima udienza del Tribunale amministrativo regionale catanese che è chiamato a pronunciarsi in merito ai provvedimenti di sospensione della individuazione dei siti di interesse comunitario e delle zone a protezione speciale inseriti nelle aree di tutela comunitaria con un provvedimento della regione non concordato con il comune pachinese. L'assessorato regionale al territorio ed ambiente infatti, complici alcune mappe risalenti agli anni '50 inviate per errore degli uffici municipali, ha posto rigidi vincoli su un'ampia fascia di terreno che attualmente rientra nel comprensorio ove viene prodotto gran parte del pomodorino di Pachino tutelato peraltro dal marchio Igp.
I ristretti vincoli comunitari Sic e Zps se da un lato incentivano le colture tradizionali ed il mantenimento dei luoghi così come si trovano, dall'altro lato non tengono conto delle migliaia di ettari di coltivazioni in serra che rischiano di essere messi in discussione essendo considerate delle innovazioni.

Lo stesso assessore regionale all'ambiente, Rossana Interlandi, recatasi in visita a Pachino proprio per dare una risposta alle proteste provenienti principalmente dal settore agricolo, si è resa conto dell'abbaglio preso dalla regione, anche se ha lasciato intendere che il decreto di individuazione delle aree non sarà revocato dato che risponde a precise direttive comunitarie. Unica promessa è stata quella di cercare di far rientrare la coltivazione in serra tra le colture tradizionali e quindi consentite all'interno delle aree Sic e Zps.
Una soluzione che però non ha soddisfatto le richieste di molte aziende che per fare valere le loro ragioni hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa facendosi rappresentare dall'avvocato pachinese Sebastiano Mallia. Nella prima udienza svoltasi nel mese di ottobre, nonostante il legale pachinese avesse preparato una lunga arringa ed un'amplissima documentazione volta a sottolineare le ingiustizie nei confronti di centinaia di proprietari, i giudici amministrativi furono costretti a rinviare l'esame della questione dato che l'avvocatura dello Stato che difende la Regione Sicilia, non aveva ancora ricevuto alcuna documentazione utile.

Così l'udienza fu rinviata al 25 gennaio. L'avvocato Mallia a cui si è rivolta la società cooperativa Punta delle Formiche e la ditta Spatola Corrado oltre che la locale sezione dell'associazione venatoria, ha chiesto la sospensione della operatività dei vincoli legati ai siti di interesse comunitario ed a protezione speciale. Un provvedimento da parte del collegio amministrativo etneo che dovrebbe essere doveroso in attesa di una possibile revoca. Giovedì prossimo dunque potrebbe arrivare la sospensiva, ma è anche molto probabile che i giudici vorranno entrare nel merito. A tal proposito il legale pachinese ha approntato anche un lunghissimo e dettagliato ricorso volto soprattutto a dimostrare l'incongruenza del provvedimento che penalizza le aziende che sono state regolarmente finanziate per svilupparsi e crescere ed ora rischiano di vedersi vincolati i terreni dove sono sorti mastotondici magazzini di stoccaggio e lavorazione della merce.
Intanto alcuni uffici regionali, accortisi degli evidenti errori, cercano di approfondire le loro conoscenze. Alla ditta Spatola ad esempio, una ditta di itticoltura sorta negli anni '60, è pervenuta una lettera con cui si chiedono notizie circa il piano regolatore comunale nella zona e si chiedono spiegazioni agli uffici in relazione ai vincoli urbanistici imposti.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 19-01-2007 - Categoria: Ambiente

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