PACHINO - L'amministrazione corre ai ripari dopo il crescente numero delle azioni esecutive e di recupero dei crediti avviata da numerose ditte e professionisti che per vedersi pagate le loro spettanze sono passate alle vie giudiziarie. Un numero, quello dei ricorsi per decreto ingiuntivo presenti sul tavolo degli uffici legali della casa municipale, che cresce di giorno in giorno, tanto da rischiare di paralizzare le asfittiche casse comunali. Il rischio è che, man mano che il denaro di imposte e tasse ma anche di versamenti di Stato e Regione affluiscono nei conti comunali, vengano assorbiti immediatamente per effetto delle azioni giudiziarie dei pignoramenti, per cui anche i servizi essenziali sarebbero a rischio. Per evitare la paralisi, la casa comunale ha deciso di porre un freno ai prelievi forzati, avvalendosi di una legge del 2000 che stabilisce che «non sono ammesse le procedure di esecuzione e di espropriazione presso le tesorerie per tutte le somme che sono destinate al pagamento delle retribuzioni del personale dipendente e dei conseguenti oneri previdenziali, per le somme da utilizzare per il pagamento di mutui e di prestiti obbligazionari contratti dall'ente, per le somme destinate all'espletamento di servizi essenziali e per le somme di competenza dell'ente a titolo di addizionale comunale Irpef disponibili sulle contabilità speciali di girotondi intestate al ministero dell'Interno».
La casa municipale per almeno 6 mesi avrebbe così messo a riparo circa 8 milioni di euro. In particolare, 3,5 milioni euro circa sono destinati alle spese per le retribuzioni del personale, 216 mila euro circa per i mutui che l'ente ha contratto e altri 3,5 milioni per i servizi a cui l'ente non si può sottrarre e in particolare ai servizi conessi agli organi istituzionali, a quelli di amministrazione generale compresi i servizi elettorali, quelli connessi all'ufficio tecnico, i servizi anagrafici e di stato civile, quelli connessi alla giustizia, polizia locale e amministrativa, interventi a tutela della sicurezza pubblica, attività connesse con l'istruzione primaria e secondaria, i servizi necroscopici e cimiteriali, quelli connessi a fognatura, depurazione e igiene urbana e attività di viabilità e pubblica illuminazione. La conseguenza è la nullità delle procedure esecutive che aggredirebbero tali somme e i capitoli di bilancio che si riferiscono a esse. Inoltre, nessun mandato di pagamento potrà essere emesso per titoli diversi da quelli vincolati. La casa municipale insomma stringe i ranghi anche per rientrare nei parametri di legge attualmente sforati ed oggetto di contestazione da parte della Corte dei conti.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 09-09-2012 - Categoria:
Cronaca