Barone difende la sua nuova giunta: "Accolte lerichieste del centrodestra"
PACHINO - (dfr) Non sarà condotto il confronto in aula tra i collaboratori di giustizia Filippo Indaco e Vincenzo Liistro richiesto dal procuratore generale Gaetano Siscaro al processo per l'omicidio dell'autosalonista di Pachino Salvatore Giuliano, assassinato il 26 febbraio 1992, che si sta celebrando in secondo grado nei confronti del boss di Lentini Nello Nardo, indicato dall'accusa come il presunto mandante. Lo ha stabilito ieri la Corte d'Assise d'appello di Catania che, sciogliendo la riserva sulle richieste istruttorie avanzate dalle parti a sostegno della riapertura del dibattimento, ha respinto l'istanza dell'accusa. I giudici hanno unicamente ammesso a deporre un terzo collaboratore di giustizia, Giuseppe Gigliuto, richiesto anch'egli dall'accusa, ed un nuovo testimone, Francesco Campisi, citato dal difensore di Nardo, avvocato Giambattista Rizza. Quest'ultimo, comparso in aula in manette essendo imputato in un altro processo con l'accusa di associazione mafiosa, sarà sentito dalla Corte all'udienza del 13 aprile.
Secondo la difesa il testimone avrebbe riferito a Francesco Marino, prima che questi si "pentisse", circostanze legate alle modalità ed al movente del delitto del commerciante consumato davanti al suo autosalone. All'udienza di ieri il difensore dell'imputato ha prodotto le sentenze relative ai tre gradi di giudizio dell'inchiesta "Tauro" nella parte relativa alle quattro assoluzioni riportate dal boss lentinese. Il processo si celebra su rinvio della Corte di Cassazione che il 19 novembre dello scorso anno ha annullato la condanna all'ergastolo riportata dall'imputato in secondo grado a conferma del verdetto pronunciato dalla Corte d'Assise di Siracusa.