Bloccati i trasferimenti dei reparti ospedalieri a Noto e Avola in attesa di un chiarimento. All'indomani della protesta dei sindaci della zona sud, la direzione generale dell'Asl 8 è intervenuta per chiarire: «Il progetto dell'ospedale unico deriva dall'obbligo di dare attuazione alla delibera di giunta del governo regionale con la quale è stata rideterminata la rete ospedaliera siciliana e nell'ambito di tale piano i presidi di Avola e Noto sono stati riuniti in un ospedale unico di 300 posti letto.
La necessità di accorpare i due plessi, tuttavia, scaturisce anche da un'analisi epidemiologica effettuata sul territorio ed in base alla quale si è arrivati alla conclusione di individuare nell'aspedale di Noto il presidio di riferimento dei comuni della zona sud che funga da ospedale di frontiera fronteggiando la notevole migrazione sanitaria in atto verso il ragusano, mentre nel presidio di Avola dovrà essere individuato l'ospedale di riferimento aziendale con l'istituzione di strutture sanitarie di più alta specializzazione». Ma, intanto, il direttore generale dell'Asl Corrado Failla ha dato ascolto al prefetto Alecci, che lo invitato a valutare l'opportunità di sospendere i traferimenti previsti per ieri al fine di prevenire turbative e permettere un confronto con i sindaci del comprensorio in un clima di serenità.
L'Asl si è resa disponibile a parteciapre all'incontro che i sindaci del distretto di Noto hanno richiesto all'assessorato regionale alla sanità per arrivare a una soluzione che sia nell'interesse dei cittadini. Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario di Stato Nicola Bono. Il viceministro, a conclusione della giornata nel corso della quale ha partecipato a tutte le iniziative finalizzate a scongiurare l'attuazione del piano incriminato, ha dichiarato che la protesta dei sindaci di Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini, ha avuto pienamente il suo consenso. Bono ha avuto parole di elogio per il prefetto, «che si è tempestivamente attivato per scongiurare l'attuazione del trasferimento di alcuni reparti da Avola a Noto e viceversa».
Aggiunge Bono: «La direzione dell'Asldeve una buona volta capire che non si gestisce la sanità senza il consenso degli interessati e che, nella fattispecie, non si può procedere ad alcun piano di rifunzionalizzazione senza avere chiari i termini precisi e le scadenze temporali di attuazione del piano stesso, soprattutto in ordine alla istituzione di nuovi reparti. Chi pensa di voler barattare l'uovo di oggi con una ipotetica gallina di domani, sappia che non ci sono le condizioni perchè si possa ulteriormente penalizzare sul piano dell'efficienza dei servizi sanitari l'intera zona sud della provincia di Siracusa».
Bono si è infine augurato che «nell'incontro che ci sarà a breve con l'assessore regionale alla sanità e i sindaci, si possano avere quelle certezze che ora mancano e sono state alla base della mobilitazione contro i trasferimenti».
Fonte: Gazzetta del Sud On line il 07-07-2002 - Categoria: Attualità