PACHINO - (Salvatore Moncada) I consiglieri della "prima ora" si schierano compatti contro il presidente del Consiglio comunale Andrea Rabito. «Non garantisce più la maggioranza che lo ha eletto in quella carica», afferma il leader di Rinascita Salvatore Blundo il quale ha annunciato che a breve ci sarà un documento con il quale si intende sfiduciare il presidente del consesso civico. Si passa dunque da un tentativo di sfiducia ad un altro. Appena qualche giorno fa si era parlato della mozione per defenestrare il primo cittadino Paolo Bonaiuto. Ora ne spunta un'altra per destituire il presidente dell'assemblea. "Cancellerie" dei partiti in subbuglio quindi ma a proporre la sfiducia saranno i così detti consiglieri della "prima ora" coloro cioè che hanno vinto le lezioni comunali accanto al primo cittadino Paolo Bonaiuto poiché candidati nelle sue liste. Una dicotomia che a questi contrappone gli "aggregati" vale a dire i rappresentanti consiliari, sconfitti alle comunali ma di area di centrodestra, che solo in un secondo momento hanno aderito, per un motivo o per un altro, alla maggioranza del capo dell'amministrazione comunale. «Nei prossimi giorni verrà fuori il documento – ha aggiunto Salvatore Blundo -. Si lavora per proporlo indifferentemente da quale sarà la maggioranza in aula a votarlo.
Ci sono tutti gli estremi per la sfiducia al presidente – puntualizza ancora Blundo -. E questo principalmente per il comportamento tenuto in aula da Rabito relativo anche alla convocazione dei consigli comunali fatti in un certo modo. Proprio per questo, la maggioranza che lo ha letto – conclude l'esponete consiliare – non si sente garantita». Intanto resta sempre al centro del dibattito in città la questione della discarica. «Esistono divieti normativi volutamente non considerati, che non consentono alla pubblica amministrazione di concludere positivamente il procedimento amministrativo senza tenere conto della salvaguardia e tutela della salute pubblica». Con questa motivazione il Comitato per la Tutela del Territorio di Pachino, ha deciso di scrivere alla Procura, al Prefetto, ai comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, all'assessorato regionale Territorio ed Ambiente. Il presidente Giuseppe Drago, in riferimento alla procedura per l'autorizzazione sostiene che ci siano state diverse violazioni: mancata pubblicità sul ripristino ambientale delle cave, mancata considerazione del fatto che il territorio di Pachino è zona Igp, mancata verifica della distanza dalle zone archeologiche.
Fonte:
gazzettadelsud.it il 24-05-2011 - Categoria:
Politica