PACHINO - Il commissario regionale Carlo Turriciano, nonostante le polemiche, non recede dalla decisione di affidare l'incarico per la riscossione delle famose bollette milionarie ad una società di riscossione coattiva. Nonostante le rimostranze politiche di taluno per indurre a recedere dal conferimento dell'incarico alla Montepaschi, il funzionario regionale ha confermato la via intrapresa. «L'accertamento della riscossione delle entrate comunali, -ha affermato il commissario straordinario- costituisce un'attività vincolante ed obbligatoria per l'ente alla quale gli organi e gli uffici non possono sottrarsi per legge, anche al fine di garantire gli equilibri di bilancio ed una ottimale gestione della cosa pubblica». Dopo la notizia della futura riscossione coatta dei canoni idrici, l'ex consigliere del movimento Rinascita di Pachino Massimo Agricola aveva fortemente contestato la decisione, anticipando che avrebbe chiesto un incontro apposito con Turriciano per farlo recedere dalla determinazione. Oggetto delle contestazioni di Agricola erano infatti i contatori idrici che, al momento del passaggio dal regime forfetario a quello a consumo, in molti casi non risultavano funzionanti o segnavano come acqua consumata anche l'aria che il motorino aspira, problemi di cui fino a quel momento nessuno, né i privati né la casa municipale, si era preoccupato dato che i pagamenti erano unatantum.
«Eventuali anomalie sul funzionamento dei contatori, -ha affermato Turriciano- non possono essere generalizzati ma vanno accertate caso per caso nelle sedi opportune». Insomma chi ritiene di avere subito un torto nella messa a ruolo dei propri consumi potrà certamente fare valere i propri diritti come singolo utente, ma ciò non potrà essere un alibi per evitare a tutti di non pagare i canoni idrici. Una posizione, quella di Turriciano supportata anche dall'esperto legale del comune, l'avvocato Salvatore Bianca che ha sottolineato la responsabilità anche personale per quegli amministratori e per quei funzionari che non procedono alla riscossione dei canoni. «Eventuali ricorsi in opposizione saranno verificati singolarmente, -ha affermato Bianca- poiché a provare il mancato consumo o l'anomalia del contatore non deve essere l'ente ma il cittadino». Bianca torna anche sulle modalità di pagamento una tantum. «Il pagamento forfetario è illegittimo, -ha affermato Bianca- per cui il comune di Pachino non poteva continuare su quella via. È inoltre da dire che si parla erroneamente di pagamento forfetario poiché l'ente municipale probabilmente si limitava a fare pagare solo il minimo dei consumi in maniera generalizzata non essendo in grado in quel periodo di verificare le letture». Successivamente, con l'assunzione dei letturisti, le verifiche caso per caso sono state possibili e dunque si è proceduto al pagamento a consumo. Di fatto però la situazione rimane alquanto nebulosa. Sono infatti pochissimi i contatori che recano i sigilli del comune in molti casi saltati per vetustà o addirittura mai messi, per cui contestare la corretta lettura dei contatori non è un'impresa ardua. Nel caso di carenza idrica, cosa non rara soprattutto nei mesi estivi e nelle zone alte della città, non è poi difficile dimostrare che la quantità di acqua effettiva erogata è notevolmente inferiore rispetto a quella misurata che ricomprende anche l'aria aspirata. Dunque la lettura in molti casi potrebbe non essere fedele.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 25-01-2006 - Categoria:
Cronaca