Bollette Tarsu, cresce la protesta

Bollette Tarsu, cresce la protesta PACHINO - File allo sportello e proteste per le maxi bollette Aipa relative alla riscossione della Tarsu. I bollettini del nuovo gestore che si occupa, a Pachino, della riscossione dei tributi locali, sono stati accompagnati da una miriade di polemiche. Le contestazioni maggiori nascono in primo luogo dalle verifiche e dai controlli effettuati dai tecnici dell'Aipa incrociando i dati forniti dal Catasto con quelli in possesso dal Comune. Ne sono scaturite richieste di pagamento non solo per chi non era iscritto a ruolo pur possedendo e abitando un immobile le cui utenze sono attive, ma anche per chi fino a oggi ha pagato sulla base di una superficie inferiore rispetto ai dati risultanti dal Catasto degli immobili urbani. La Tarsu è una imposta calcolata sulla base di una autodenuncia effettuata dal cittadino che dichiara anche l'estensione della propria abitazione. Per errore o per le naturali variazioni che si possono avere in ogni abitazione negli anni, dove spesso le pertinenze sono state rese abitabili o sono state effettuate delle modifiche o peggio, sono state effettuate sopraelevazioni, la superficie catastale è stata soggetta a variazioni che, tuttavia, non sono state comunicate agli uffici Tarsu i cui dati sono rimasti invariati. Nei casi in cui la Tarsu è stata assegnata d'ufficio, la casa municipale ha adottato una misurazione standard e soggetta a variazione nel caso in cui il cittadino abbia dimostrato la diversità del dato. Anche in questo caso ci sono discrepanze, visto che, verosimilmente, chi possedeva un immobile con superficie inferiore a quella standardizzata, ha chiesto la rettifica, mentre chi possedeva immobili di superficie imponibile maggiore, ha accettato la cifra presuntiva.

Dal confronto tra i ruoli e i dati catastali, le discrepanze sono emerse. E l'Aipa ora chiede gli arretrati e gli interessi, per gli anni che vanno dal 2006 al 2011. «Tra i cittadini c'è rabbia e incredulità - ha affermato il conigliere comunale Corrado Quartarone -, oltre che molta confusione. Le istituzioni comunali, già di per sé poco credibili a causa del mal governo, non fanno che mettere in difficoltà le famiglie. Non si sta facendo altro che compiere un abuso per coprire un buco di bilancio evidente». «Per la Tarsu, infatti - ha continuato Quartarone -, ufficialmente si paga una somma, ma in realtà i servizi sono molto più cari». Il consigliere inoltre fa riferimento all'aspetto politico della vicenda: «Qui i veri responsabili non sono solo coloro che ci amministrano, ma anche tutti i componenti della maggioranza, corresponsabili e conniventi in questa situazione. Invito la maggioranza a staccare la spina a questa amministrazione perché non è ammissibile continuare su questa via». Quartarone sottolinea inoltre la messa a ruolo del 2006 - nonostante la prescrizione sia quinquennale - e le modalità di accertamento. I dati catastali infatti spesso non sono veritieri, tant'è che il catasto non fa fede, e spesso si ha una duplicazione dei dati e delle conseguenti richieste di pagamento.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 17-11-2012 - Categoria: Cronaca

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