PACHINO - «La stretta fiscale sulla Tarsu è una manovra di equità fiscale»: prende posizione il sindaco Paolo Bonaiuto dopo le polemiche legate alle superbollette che sono arrivate ai titolari dei pontili e delle aree utilizzate per la nautica da diporto. Il sindaco Bonaiuto non ha digerito gli attacchi dell'opposizione che in Consiglio comunale gli ha imputato la responsabilità di alcune richieste di pagamento «particolarmente esose» con punte fino a 90 mila euro. «Innanzi tutto - afferma il primo cittadino -, stiamo parlando di casi molto limitati e non è possibile generalizzare. In secondo luogo, chi ha ricevuto una bolletta con una richiesta di migliaia di euro è chi non ha mai pagato neppure un centesimo. Evasori totali, dunque, che hanno omesso di auto-denunciare l'inizio delle attività e che fino ad ora non hanno pagato nulla e hanno sporcato molto. Ogni posto barca infatti significa certamente produzione di spazzatura e incassi per il gestore che deve pagare il dovuto per il servizio ricevuto». Il sindaco Bonaiuto parla anche di caccia all'evasore e di lotta senza quartiere per ottenere il dovuto. «Abbiamo messo a punto un sistema che ci consente di individuare gli evasori e di stanarli. Non capisco infatti perché io come tutti gli onesti cittadini, debba pagare la spazzatura e chi ha fatto il furbetto debba sempre farla franca.
A coloro che abbiamo individuato ovviamente stiamo chiedendo anche cinque anni di arretrato, tanto quanto la legge consente prima della prescrizione. Ma non si tratta di un abuso o di un eccesso di potere, ma, al contrario, di rendere l'imposizione fiscale più equa secondo il principio universalmente riconosciuto del pagare tutti per pagare meno». Bonaiuto, inoltre, parla di evasori eccellenti e di furbetti del quartierino. «Abbiamo scoperto - afferma - gente che non ha mai pagato e che non si è autodenunciata e addirittura dipendenti comunali o ex amministratori che si erano fatti cancellare dai ruoli per non pagare». Sulle verifiche poi, Bonaiuto appare aperto al dialogo. «L'Aipa a Pachino ha uno sportello aperto al pubblico. Chi ritenesse ingiusta la richiesta di pagamento pervenutagli, potrà chiedere una verifica. Se la somma risultasse non dovuta non pagherà. Poi c'è sempre la possibilità di fare ricorso in Commissione tributaria, cosa che è un diritto dei cittadini». Il primo cittadino rigetta anche l'accusa di voler pareggiare il bilancio con le somme messe a ruolo: «Prevediamo di incassare circa 2 milioni e 800 mila euro, ma abbiamo iscritto in bilancio solo un milione di euro. Ciò da solo è sufficiente per smentire le accuse». Intanto, si apprende che ammonterebbero a 200mila euro i tagli per pachino nel quadro della «spending review» decisa dal governo Monti. Le voci si sono rincorse, tanto a Pachino quanto a Portopalo (qui i tagli ammontano a 24mila euro), sin da sabato scorso. Intanto, questa sera il consiglio comunale dovrebbe esitare il bilancio (ma non era il 31 ottobre scorso la data ultima per l'approvazione dello strumento finanziario?). Il rischio: lo scioglimento del civico consesso e l'arrivo di un commissario. Un'ipotesi che non sarebbe poi tanto sgradita al sindaco che nell'ultimo anno e mezzo di mandato non avrebbe come contraltare il tasso di litigiosità molto elevato all'interno della stessa maggioranza. Sarebbe la condizione ideale per Paolo Bonaiuto che, oltretutto, ha già fatto sapere di non volersi ricandidare tra un anno e mezzo. Stessa decisione presa da Emanuele Rotta per bloccare la ridda di ipotesi sul suo nome, in vista delle Amministrative del 2014.
Salvatore Marziano
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 06-11-2012 - Categoria:
Politica