Borgh: «La coalizione deve avere identità di sinistra»
PACHINO - Appare difficilmente ricomponibile la frattura all'interno della coalizione di centrosinistra dopo la rottura pubblica verificatasi quando i partiti ed i movimenti della coalizione riconducibile all'Unione avevano deciso di presentare le regole sulle quali avevano discusso per diverse settimane. La decisione dei Ds di non partecipare all'incontro, e la conseguente defezione di Rifondazione, ha fatto arretrare la coalizione rischiando di fare perdere quel vantaggio iniziale che il centrosinistra aveva rispetto agli avversari. “Non c'è alcun problema sulle regole, -ha affermato ieri il segretario diessino Salvatore Borgh- poiché questi accordi sono già stati sottoscritti. Il problema è relativo alla identità della coalizione”.
Domenica sera l'assemblea dei Democratici di Sinistra ha discusso proprio sulla questione relativa alla identità che negli ultimi giorno appare spostata sempre più al centro. Con la fuoriuscita di La Corte ed i dissensi iniziali di Rifondazione, l'identità di centrosinistra è apparsa sempre più debole a vantaggio delle anime centriste di Rinascita e Margherita, tanto da dare quasi per scontato che nella compagine di centrosinistra il candidato sindaco sarebbe stato certamente un esponente del centro, una tesi che oggi viene respinta dal segretario diessino Borgh che ha affermato: “L'identità della coalizione deve essere di centrosinistra. L'Unione intesa come insieme di partiti deve essere il valore assoluto, cosa che non è possibile mettere in discussione. Questa identità di centrosinistra non può essere messa in dubbio e non è possibile accettare centri di gravità differenti”.
Smentita poi una possibile spaccatura interna al partito di Borgh tra coloro che avrebbero voluto continuare l'esperienza con il resto della coalizione e coloro che soffrono particolarmente le leadership centriste. “Il travaglio di coscienza politica, ha affermato Borgh- è stato anche del segretario e non solo della sezione politica. Ci siamo interrogati su cosa volevamo effettivamente e ci siamo dati una risposta tutti insieme nella massima unità”. Appare chiaro dunque che i Ds ora pongono il problema della identità della compagine agli altri alleati chiedendo ai centristi di rinunciare alla loro preponderanza. Del resto inizialmente si era parlato di coalizione formata da Unione e liste civiche come valore aggiunto. Un distinguo che oggi viene apertamente rimarcato.
La posizione diessina appare però scarsamente compatibile con il resto della coalizione, le cui idee non sono affatto chiare. In un primo momento infatti i centristi dell'Unione e delle liste civiche Rinascita e Campisi sembravano intenzionate ad andare avanti anche senza l'ala sinistra per evitare di perdere il vantaggio organizzativo fino a questo momento accumulato. Successivamente poi se i Ds avessero voluto si sarebbero potuti aggiungere alla coalizione adeguandosi alle scelte nel frattempo fatte. Ieri però la posizione sembrava essere mutata. C'è chi provocatoriamente suggeriva che ogni partito avrebbe dovuto presentarsi da solo alle elezioni, e chi invece sosteneva che poteva prendersi una lunga pausa di riflessione almeno fino alle elezioni politiche del nove aprile.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 28-02-2006 - Categoria: Politica