Caccia all’uomo nelle campagne per riprendere i migranti in fuga

Caccia all’uomo nelle campagne per riprendere i migranti in fuga PORTOPALO - Il giorno dopo la fuga degli immigrati, con tanto di carica contro le forze dell'ordine, al mercato ittico la calma è stata riportata con fatica. Un centinaio dei fuggitivi mancano all'appello, ancora sparpagliati nelle campagne circostanti. Intanto si apprendono maggiori particolari sulla clamorosa fuga. Dopo aver cenato, gran parte dei migranti si sono posizionati all'esterno del mercato ittico. Atteso il momento opportuno, sono partiti a ventaglio, travolgendo tutto quello che si presentava loro davanti, compresi gli agenti di polizia, alcuni dei quali rimasti contusi. Raggiunto l'esterno del mercato, è partita la corsa con un solo intento: allontanarsi il più possibile dal porto per evitare le procedure di riconoscimento.
Ieri al porto è stata potenziata notevolmente la presenza di polizia e carabinieri, con l'arrivo al mercato ittico del reparto mobile di pubblica sicurezza e del nucleo mobile dei carabinieri. La struttura sembrava un fortino praticamente inespugnabile. Gli eventi della tarda serata di giovedì hanno determinato un deciso giro di vite e un innalzamento del livello di guardia. «All'interno del mercato - afferma Paolo Lentinello, responsabile della polizia municipale - possono avere accesso solo le forze dell'ordine e i volontari. Il clima è piuttosto teso dopo i fatti di giovedì notte». Ma finalmente, dopo tre giorni di tentativi a vuoto, sono partite le procedure identificative dei migranti tramite le impronte digitali.

Un passaggio preceduto da un nuovo accenno di protesta degli immigrati che hanno dato vita a urla e schiamazzi per manifestare la volontà di non sottoporsi a questa pratica imposta dalla legge. A fare da deterrente, rispetto a giovedì, è stata la presenza più consistente delle forze dell'ordine, che ha convinto anche i più recalcitranti a farsi identificare. I riscontri identificativi sui migranti rimasti al mercato ittico è stato completato in tarda mattinata. Per chi si è dato alla fuga giovedì notte, proseguono le ricerche. Una dozzina sono stati recuperati alla periferia del centro abitato, altri sono stati notati in alcuni terreni agricoli. La meta di quanti sono sbarcati in contrada Cicogna è la Scandinavia. Dalle indagini, portate avanti dal Gruppo di contrasto dell'immigrazione clandestina della Procura di Siracusa, è emersa la rete di trafficanti di esseri umani, che avrebbe la base operativa tra il Sudan e l'Eritrea, con pagamenti effettuati tramite le piattaforme di trasferimento di denaro. Nessuna traccia degli scafisti dello sbarco in contrada Cicogna. Il gruppo - potrebbe trattarsi di quattro persone - ha abbandonato l'imbarcazione con i 240 migranti a bordo, poi andata alla deriva nel tratto di mare a ridosso del parco archeologico. «Chiedono di andare in Norvegia, Finlandia, Svezia, Austria e Svizzera - afferma Carlo Parini, responsabile del Gruppo interforze di contrasto dell'immigrazione clandestina -, Paesi da dove sono arrivate loro richieste di manodopera. Per questo non vedono l'ora di lasciare l'Italia, diventata una mera tappa di transito». Intanto, ieri è stato deciso il trasferimento dei primi sessanta immigrati: metà con destinazione Crotone, l'altra metà diretta a Roma.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 01-09-2012 - Categoria: Cronaca

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