PACHINO - L'opposizione (maggioranza numerica in consiglio) rischia il tutto per tutto, persino lo scioglimento del civico consesso pur di sfiduciare il sindaco Giuseppe Campisi. È questa la determinazione a cui sarebbero giunti i rappresentanti politici di opposizione che hanno deciso di non approvare il bilancio di previsione 2008 affermando di non voler essere complici e responsabili del 60% di aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani né di voler approvare delle previsioni di entrata legate agli oneri di urbanizzazione ritenute non realistiche. Tutto ciò nonostante gli esponenti consiliari siano ben consapevoli che, bocciando i conti comunali, l'intero consiglio sarà sciolto. Prima però i consiglieri comunali tenteranno un'ultima carta, quella della sfiducia al sindaco Giuseppe Campisi che, qualora approvata, comporterebbe il ritorno alle urne sia per il voto del primo cittadino che del civico consesso. La mozione di sfiducia probabilmente sarà presentata lunedì mattina, e sarà la terza in due anni di sindacatura Campisi.
La conferma di tutto ciò è arrivata dal consigliere comunale di Rinascita di Pachino Giuseppe Gambuzza che ha spiegato come, di fronte al pericolo di uno scioglimento del consiglio comunale che comunque potrebbe avvenire bocciando il bilancio, potrebbero essere gli stessi consiglieri comunali che ad oggi appoggiano l'amministrazione a voltare le spalle al sindaco. Se invece gli otto consiglieri su venti che sostengono Campisi dovessero confermargli la fiducia, l'opposizione, in maniera autonoma e senza aiuti, boccerà il bilancio determinando comunque lo scioglimento dell'organo elettivo. A quel punto il sindaco Campisi rimarrà da solo alla guida della città, e potrà determinare in assoluta autonomia i destini di Pachino, con una nuova giunta. Le veci del civico consesso invece saranno assunte da un commissario regionale. L'opposizione inoltre tenterà la carta della sfiducia contando altresì sul fatto che anche taluni "fedelissimi" del sindaco, avendo accresciuto il proprio carisma politico, vedrebbero di buon occhio un ritorno alle urne. Un teorema, quello costruito dall'opposizione, che però ha un'unica condizione: la mozione di sfiducia deve arrivare in consiglio prima che il commissario provveda a diffidare il consiglio stesso ad approvare il bilancio. L'inversione dei due fattori infatti non produrrebbe lo stesso risultato.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 30-08-2008 - Categoria:
Politica