PACHINO - Sarà modificato il regolamento idrico relativo alle forniture di acqua del comune. Ad annunciarlo è stato il commissario Carlo Turriciano che intende così porre rimedio al problema, segnalato da molti cittadini relativo al mancato scomputo dei pagamenti minimi negli anni in cui la lettura non è stata effettuata. In pratica il pagamento di 46 euro circa che vengono addebitati in caso di mancata effettuazione della lettura equivalgono ad un consumo minimo presunto di 90 metri cubi che dovrà essere scomputato dalla lettura successiva. Ad oggi invece, poiché il regolamento non lo prevede espressamente, gli uffici hanno emesso un indebito pagamento considerando due volte la stessa quantità di acqua consumata. La modifica del regolamento però avrà effetti per i ruoli a venire e non per quelli già emessi relativi alle bollette milionarie, per i quali non sembra esserci speranza. A salvare i cittadini dal pagamento potrebbe provvedere però la prescrizione. I comuni infatti in questi casi tendono a fare i furbi, o almeno ci provano.
A spiegare cosa accade è una volta Salvatore Cultrera del comitato per la difesa dei diritti del cittadino, noto per essersi occupato proprio della situazione delle bollette milionarie. «I comuni, - ha affermato Cultrera forte di un parere dell'Unione nazionale consumatori- intimano spesso, a mezzo anche di agenzie di recupero crediti, il pagamento di vecchie bollette di acqua, e le agenzie spesso minacciano anche azioni legali che non intenteranno mai perché c'è dubbio che possano farlo». Cultrera fa riferimento ad una situazione generica, ma che potrebbe verificarsi anche a Pachino con il caso delle bollette milionarie che risalgono agli anni tra il '95 e il '98 vecchie anche di dieci anni a prescrizione quinquennale ormai ampiamente superata. Secondo la nota dell'Unione nazionale Consumatori, una circolare del 2000 addirittura avverte i comuni invitandoli a desistere dalle loro pretese d'ufficio, senza aspettare che gli utenti facciano ricorso. Negli anni scorsi è invece accaduto che nel bilancio comunale, nella voce entrata, erano state contabilizzati crediti risalenti agli anni prescritti e ancora oggi si conta su quelle cifre per fare cassa nonostante la prescrizione.Una necessità contabile per fare tornare i conti in un comune sull'orlo del dissesto, ma che rischia di vessare i cittadini ingiungendo pagamenti ormai non dovuti.
Salvatore marziano
Fonte: LaSicilia.it il 23-02-2006 - Categoria: Cronaca