PACHINO - Sono incappati nella rete tesa dai carabinieri del Ros due pachinesi, il trentaquattrenne Giuseppe Cavarra, imprenditore agricolo e la trentacinquenne Rosaria Mallia. Entrambi originari di Noto ma residenti a Pachino, sono stati tratti in arresto la notte scorsa in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere con l'accusa di caporalato e sfruttamento di lavoratori extracomunitari impiegati nelle campagne con paghe al di sotto delle soglie di legge.
I due pachinesi sono stati arrestati nel corso di un'operazione ad ampio spettro con cui sono state fatte scattare le manette ai polsi di altri imprenditori agricoli del Salento, e delle province di Lecce e Reggio Calabria. Pesanti le accuse nei confronti di tutti gli arrestati, in tutto 16 persone, accusate di associazione per delinquere, tratta e riduzione in schiavitù di persone, favoreggiamento dell'ingresso clandestino di stranieri e altri delitti. Al centro dell'indagine condotta dal Ros c'è una organizzazione transnazionale costituita da italiani, algerini, tunisini e sudanesi che operava prevalentemente in Puglia, Sicilia e Calabria dedita alla tratta e allo sfruttamento lavorativo di clandestini provenienti da vari paesi africani. In particolare gli imprenditori agricoli italiani avrebbero stilato false attestazioni di assunzione, sfruttando i migranti, sottopagandoli e sottoponendoli a condizioni di lavoro disumane.
L'operazione, denominata «Sabr» è partita alle tre di notte quando i Carabinieri dei Ros e dei comandi provinciali di Lecce, Bari, Pisa, Caserta, Reggio Calabria, Palermo, Agrigento, Siracusa e Ragusa, con il nucleo investigativo dell'Ispettorato del Lavoro, hanno ricevuto il via all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Lecce Carlo Gazzella e richiesta dal procuratore della Dda Cataldo Motta. Tra i reati contestati c'è anche la falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, la falsità materiale commessa da privato, la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, l'intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro. Oltre ai due pachinesi, nell'elenco dei soggetti sottoposti alla misura cautelare figurano Marcello Corvo di 52 anni di Nardò (datore di lavoro); Bruno Filieri, 49 anni di Nardò (datore di lavoro); Pantaleo Latino detto Pantalucciòdi 58 anni di Nardò; Livio Mandolfo, 46 anni, di Nardò (datore di lavoro); Corrado Manfredi, 59 anni, di Scorrano (Lecce), (datore di lavoro); Giuseppe, Mariano, detto Pippì, 74 anni, di Scorrano e residente a Porto Cesareo, (datore di lavoro); Salvatore Pano, 56 anni, di Nardò, (datore di lavoro); Giovanni Petrelli, 50 anni, di Cariano (Lecce), (datore di lavoro). I due pachinesi sono stati coinvolti nell'operazione anche in qualità di reclutatori della manovalanza.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 24-05-2012 - Categoria:
Cronaca