COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Art. 9
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.”
La questione dei parchi eolici, da installare nel territorio del comune di Pachino, sta diventando sempre più urgente. Le ditte che hanno richiesto l’autorizzazione premono affinché si dia loro una risposta e la politica pachinese deve essere in grado di assumersi le proprie responsabilità. Su questa vicenda si può notare come, analogamente ad altre, si procede per dichiarazioni, slogan giornalistici e commenti vari senza avere approfondito la materia completamente. E su questo punto si rimanda alla questione della trasparenza, di cui si è già parlato, che s’impone, soprattutto, per il fatto che l’argomento dovrebbe essere comunicato meglio alla cittadinanza, che può anche seguire il consiglio comunale informale, e non aver comunque conosciuto i tratti salienti della convenienza, o meno, ad installare un parco eolico a sud della città di Pachino.
La prima considerazione che mi viene da fare è quanto sia “ecologicamente” conveniente per il sistema energetico nazionale, la costruzione di questi impianti che sembrano posizionati in aree del paese ad esclusivo interesse delle società proponenti. Non sembra, infatti, che l’Italia persegua o voglia perseguire una politica di sviluppo basato sulla produzione di energia da fonti alternative. Il che è sicuramente un errore e non giustifica al contempo la costruzione di un parco eolico in maniera sporadica e staccata da un contesto generale e nazionale di produzione energetica eco-compatibile.
Viene sempre da ricordare come Carlo Rubbia, primo sostenitore dell’energia prodotta da pannelli solari, si sia sentito costretto a dimettersi dalla direzione del “Progetto Archimede”, che si doveva sviluppare a partire dalla centrale di Priolo, per andare a fare ricerca e sviluppo nella più accorta Spagna. Inoltre, sembrerebbe, che il risparmio di energia sia trascurabile di fronte ai danni che potrebbe provocare.
Quali danni ?
L’impatto paesaggistico su tutto. La possibilità di vedere un territorio già fortemente a rischio per l’antropizzazione selvaggia, l’abusivismo edilizio e l’agricoltura intensiva, ulteriormente gravato dal peso di un panorama deturpato da 50-70 ventilatori messi in fila, credo darebbe un colpo molto forte alle nostre velleità di sviluppo turistico.
Sicuramente nessuna comitiva di turisti stranieri o italiani avrà voglia di venire a visitare le terre dei pali eolici.
A queste considerazioni bisogna aggiungere le fortissime perplessità legate al disturbo che tali aggeggi potrebbero arrecare ai flussi migratori di aironi, fenicotteri, anatre, cavalieri d’italia e altre specie rare che attraversano i nostri territori, tramite le zone umide. A tale proposito rilevo una certa contraddizione tra il volere istituire le zone SIC e ZPS e la costruzione nei paraggi di questi parchi eolici.
Per ultimo non conosciamo realmente l’impatto acustico di un parco eolico simile che, posto come indicato nella proposta a sud ovest della città di Pachino, trascinato dallo stesso vento generatore di energia invierebbe ai pachinesi anche il rumore.
Queste sono domande alle quali bisogna dare una risposta più che chiara ed esaustiva, poiché l’installazione di questi pali comporterà, a distanza di anni, un grosso impegno per lo smantellamento, richiedendo pertanto molta ponderatezza prima di concedere un eventuale consenso. Quanto ai benefici, posto che non si ritiene valida la questione della diminuzione delle emissioni, vista l’approssimazione delle installazioni che non seguono un piano energetico nazionale o regionale (ma esistono ?), per quale motivo dovremmo rischiare tutto ciò che abbiamo prima elencato ?
Non si è capito, infatti, quale somma ricaverebbe la collettività pachinese dalla costruzione dei parchi eolici e come essa sarebbe vincolata ad un uso comune. Concludendo, l’installazione di un parco eolico può andar bene, ma solo a particolare condizioni quali il posizionamento su aree disabitate e poco soggette ad essere deturpate. Senza compromettere aree di particolare pregio paesaggistico, ambientale e naturalistico, all’interno di piani di programmazione regionali e nazionali che ne disciplinino la costruzione.
Tutti questi requisiti sembrano difficilmente riscontrabili nel nostro territorio e quindi la valutazione sull’opportunità di costruire simili manufatti sembrerebbe piuttosto negativa. L’argomento necessita di maggiori e ulteriori approfondimenti e sicuramente il consiglio comunale informale è un buon inizio ma bisogna aumentare la comunicazione con la cittadinanza e fornire maggiori dettagli ai pachinesi per meglio valutare tale vicenda.
Per finire, ricordando l’art. 9 della Costituzione citato all’inizio del comunicato, si vuole porre l’accento sul fatto che a Pachino, da troppo tempo ormai, si trascura eccessivamente quello che è il nostro patrimonio storico e culturale: il paesaggio agricolo. Un paesaggio già fortemente stressato dalle coperture in plastica e dall’abbandono e se a questo aggiungiamo anche i pali eolici messi un pò qui e un pò li, non so cosa rimarrà da tutelare.
Pachino, 19/10/2006
f.to il segretario politico della sezione
“A. Gramsci” dei D.S. di Pachino
(Salvatore Borgh)
Fonte:
Sezione A. Gramsci D.S. di Pachino il 19-10-2006 - Categoria:
Comunicati