PACHINO - (aru) Si ritorna a parlare di verifica politica al comune di Pachino dopo l'ultimo consiglio comunale che ha visto alcuni consigliere di maggioranza votare contro i provvedimenti presentati dall'esecutivo. Ad annunciarlo è lo stesso sindaco Sebastiano Barone che nei prossimi giorni incontrerà i consiglieri comunali "dissidenti" per capire se si tratta di posizioni personali o rispecchiano la volontà dei partiti d'appartenenza. In particolare le critiche all'operato del sindaco erano state espresse dai capi gruppo di Forza Italia e Udc Corrado Quartarone e Paolo Dipietro e dall'indipendente Franco De Luca subentrato a Roberto Valerini oggi assessore e vice sindaco in quota all'Udc. "Quello che è accaduto in consiglio comunale - ha detto Barone - rappresenta certamente il malessere che regna all'interno della maggioranza ed in particolare tra le fila dei due maggiori partiti della casa delle libertà cioè Forza Italia e Udc. Per questo è mia intenzione di incontrare i singoli consiglieri che hanno espresso il loro dissenso nei confronti del mio operato per capire se anche i loro partiti di riferimento sono critici nei miei confronti. Se così dovesse essere allora dovrò rivedere l'organigramma del mio esecutivo procedendo ad un rimpasto di giunta".
Parole dure quelle di Barone nei confronti dei suoi alleati che rispecchiano la fragilità dell'accordo siglato qualche mese fa con la ricomposizione del quadro politico originario con tutti i partiti della "Casa delle libertà" con l'esclusione di Rinascita. Tra i motivi del contendere emerge quello legato alla costituzione di una società di trasformazione urbana per il recupero di aree d'interesse pubblico, quali la vecchia stazione e la zona artigianale di contrada Pianetti, che il consiglio comunale non ha neanche trattato. Su questo controverso punto Barone non ha dubbi e definisce necessaria la costituzione della società di trasformazione urbana che consentirà al comune di Pachino di ridare il giusto decoro ad alcune zone del paese senza incidere pesantemente sulle casse comunali e con la partecipazione di altri enti pubblici e privati. "E' legittimo - continua Barone - che vengano espresse delle perplessità e chiesti dei chiarimenti da parte del consiglio comunale su questo punto. Ma se lo stesso viene trasformato da alcuni consiglieri comunale e dalle forze politiche come uno strumento per mettere in difficoltà l'amministrazione comunale ed aprire una crisi, credo che allora sia necessario andare a rivedere l'accordo politico siglato nei mesi scorsi. Per quanto invece riguarda la costituzione della società mista ritengo che la stessa sia uno dei punti fondamentali del mio programma di fine mandato". Un messaggio chiaro lanciato dal primo cittadino ai suoi alleati che ha quasi il sapore di un "ultimatum" politico che nei prossimi giorni potrebbe riservare delle sorprese con l'estromissione dall'esecutivo degli assessori che fanno riferimento ai consiglieri comunali di maggioranza che oggi remano contro l'operato del sindaco e dell'amministrazione comunale.
Andrea Rubera
Fonte:
GDS.it il 04-01-2005 - Categoria:
Politica
Quando capirà, sarà troppo tardi!
Ricatti dai dissidenti per cosa?
A me, il Sindaco Barone, fa sorridere! Ogni volta che qualcuno fa mancare il numero legale,(i dissidenti di turno) in consiglio comunale,: si appella a rimpasti politici che sembrano, per la sicurezza per come lo dice, essere il toccasana per ogni questione amministrativa e politica locale.
Ma si sà, è questione di "cultura politica- amministrativa e chiara visione delle leggi della pubblica amministrazione e dei poteri che essa assegna ai vari attori istituzionali.
A questo punto, dopo una reiterata proposizione della stessa frase, senza effetto, bisogna dire che il Sindaco, di questa capacità interpretativa e di quale sia il suo
vero ruolo: pare, ne abbia punta.
Non si rende conto, o se ne rende talmente tanto, che l'assemblea consigliare è diventata solo e soltanto un significativo e pernicioso alibi? Perché, forse,non si rende conto che ogni volta che si appella ai rimpasti politici: perde la consistenza e la forza che la legge gli attribuisce.
Difatti, il Sindaco, per il quieto vivere, ha deciso di percorrere le strade che "altri" nel tempo gli hanno imposto. La questione Giliberto(anche se datata) e le motivazioni del TAR di Catania sono un chiaro esempio scritto e messo nero su bianco che attesta tutta la sua incapacità di rendersi conto della gravità politica di quanto già è successo a Pachino. Se in passato, è stato condotto per mano a compiere certi passaggi che non hanno fatto altro che delegittimare la sua figura istituzionale: e bene che oggi si fermi per non passare dal ridicolo alla ilarità retorica e devastante di una perdurante e anomala gestione della cosa pubblica per dichiarata incapacità di capire. Purtroppo bisogna sottolineare che nessuna delle importanti questioni programmatiche, sia esogene ed endogene, è stata fino ad ora risolta. Un Sindaco, debole, molto equilibrista che si è oramai convinto che bisogna arrivare, in qualsiasi modo, alla fine del mandato politico amministrativo. Ma nulla, nulla di più! La questione della società di trasformazione urbana è un progetto che ho condiviso e condivido. Ma la cosa di cui il Sindaco non si rende conto è che se non si da una chiara e significativa destinazione d'uso finale: parlare semplicemente di società di trasformazione urbana può indurre a pensare che si tratti solo di una questione a carattere strettamente personale.In definitiva una Sindaco di cui si potrebbe fare anche a meno.Una rappresentanza consigliare che è la migliore espressione della inconsistenza sociale e politica della città di Pachino.Una comunità che non ha nessuna coesione sociale e dove,com'è tradizione, l'ultimo arrivato detta legge.Paese del vento o paese di guardia? Questo è il problema....