PORTOPALO - Momenti di tensione ieri al porto. Al centro delle discussioni tra pescatori, astatori e responsabili della Capitaneria di Porto è stato il divieto di scarico del pesce in seguito all'ordinanza di chiusura del mercato ittico. Nonostante la notizia della sospensione temporanea dell'autorizzazione Cee per la vendita nel mercato ittico portopalese, dopo i controlli effettuati nei giorni scorsi dalle forze dell'ordine, si fosse diffusa rapidamente nel piccolo centro marinaro già nella giornata di domenica, i pescatori l'altro ieri notte sono usciti ugualmente per effettuare le loro battute di pesca. Al ritorno però hanno trovato il cancello del mercato sbarrato, con l'ordinanza di chiusura affissa alle inferriate. I motivi di chiusura sono legati ad alcune carenze igienico-sanitarie che hanno comportato, al fine di adeguare i locali alle normative vigenti, la necessità dello stop alle operazioni delle attività di commercializzazione dei prodotti ittici all'interno dell'area mercatale. Dato che il divieto è limitato solo alle attività di commercializzazione all'interno dei locali, intento di molti astatori era quello di caricare il pescato sui loro furgoni e poi ottenere le autorizzazioni sanitarie altrove. Le aspettative però sono rimaste deluse. L'intervento della Capitaneria di Porto infatti ha impedito la messa a terra del pesce in seguito alla mancanza delle necessarie autorizzazioni al travaso, di cui i pescatori dovrebbero essere dotati. In passato pare che le autorità portuali avessero più volte invitato la marineria portopalese a mettersi in regola con le autorizzazioni, ma gli inviti sarebbero stati disattesi. Con la chiusura del mercato però i nodi sono venuti al pettine ed il pesce è rimasto sulle barche e sui pescherecci.
Sono stati in molti, tra cui il consigliere di opposizione Elivio Taccone, a fare notare lo stato di disagio della categoria dei pescatori dovuta alla chiusura del mercato ittico. Per quanto riguarda le responsabilità dell'accaduto c'è chi sostiene che i pescatori, essendo a conoscenza della chiusura del mercato, non dovevano recarsi a pescare, e chi invece addebita la colpa ai ritardi nell'emissione dell'ordinanza ed a possibili inadempimenti dell'amministrazione. Particolare, questo, che viene seccamente rigettato dagli amministratori locali che sottolineano, da parte loro, "la solerzia nell'emettere l'ordinanza di chiusura del mercato, nel tempo necessario dopo la notifica della sospensione temporanea per le operazioni di vendita nella struttura mercatale". C'è stato inoltre chi ha parlato di "facile demagogia da parte di qualcuno, sempre pronto a cavalcare la polemica politica, tentando di screditare l'operato del sindaco e della giunta". Resta aperto però, in tutta la sua gravità, il nodo legato ai riscontri emersi, anche da un punto di vista igienico, dai recenti controlli al mercato ittico. Colpisce soprattutto un particolare, che sarebbe emerso in questi giorni: la presenza di escrementi umani nelle celle frigorifere, tra l'altro non in funzione. L'atto di defecare nelle celle frigorifere può essere riassunto solo con una parola: inciviltà. E sulle cause della sospensione dell'autorizzazione, e quindi della chiusura momentanea del mercato ittico, sono in tanti a dover fare un approfondito esame di coscienza, a cominciare dagli addetti ai lavori, ovvero da coloro i quali operano quotidianamente dentro la struttura. Dal Comune, infine, garantiscono tempi brevi per mettere in atto tutti gli adempimenti richiesti dopo i controlli dei giorni scorsi. Per oggi intanto si spera che la situazione migliori, nell'interesse dei pescatori e di tutti i lavoratori dell'indotto ittico.
Salvatore Marziano
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 31-05-2005 - Categoria:
Cronaca
Io,a questo punto, mi chiedo:
che fine ha fatto il pesce pescato?
Saluti portuali, Spiros