PACHINO - “Il pomodoro ieri, oggi, domani” è stato l'interessante tema di un convegno svoltosi nei giorni scorsi nei locali dell'istituto Paolo Calleri di Pachino ossia l'istituto superiore per l'agricoltura e l'alberghiero. L'appuntamento, a cui hanno partecipato importanti personalità del mondo imprenditoriale sia locale che nazionale, è stato organizzato al termine di un corso di formazione svoltosi nei locali dell'Istituto. L'obiettivo è stato quello di tracciare gli scenari, verificare gli obiettivi, valutare le prospettive e le opportunità per il territorio di Pachino anche in vista della liberalizzazione degli scambi nel 2010. Moderatore è stato Giambattista Pepi redattore di Agrisole, relatori invece sono stati Salvatore Dell'Arte, agronomo e presidente del consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino, Salvatore Chiaramida, direttore del consorzio di tutela, Luciano Trentini dirigente regionale dell'assessorato all'agricoltura della Regione Emilia Romagna che ha analizzato i punti di forza e le criticità per il territorio di Pachino nell'ambito della produzione orticola europea ed italiana, Gianni Righi che ha illustrato le varie opportunità per la distribuzione organizzata dei prodotti Dop e Igp, Paolo Sequi e Massimiliano Valentini che hanno relazionato circa i risultati di oltre un triennio di indagini sull'applicazione della risonanza magnetica per la rintracciabilità del pomodoro di Pachino.
Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Pachino Giuseppe Campisi che da agronomo ha dato una sua personale chiave di lettura della crisi agricola pachinese addebitando la fase di calo ad una cattiva gestione del sistema cooperativistico locale. “Per cooperativa, -ha affermato Campisi- non si può intendere ancora come si faceva vent'anni fa il magazzino di conferimento dei prodotti. La cooperativa deve invece fornire dei servizi in modo da trovarci pronti per il 2010 all'apertura delle frontiere. Abbiamo paura del nord Africa, -ha continuato il primo cittadino- ed invece dobbiamo avere paura della Germania, dell'Olanda, dei Paesi Bassi che pur non essendo Paesi produttori si sono saputi organizzare dando vita ad un'ampia industria di trasformazione”. Di particolare interesse l'idea del presidente del consorzio Salvatore Dell'Arte che ha rinvigorito una tesi da tempo portata avanti, e cioè quella di creare un organismo di commercializzazione. “Il consorzio di tutela, -ha affermato Dell'Arte- non può agire sul mercato perché le sue finalità sono solo quelle di tutelare il marchio ed il prodotto. Per agire sul mercato è invece necessario un organo commerciale”. Non sono mancate anche le voci parzialmente discordanti come quelle di un dirigente dell'Esa (Ente di sviluppo agricolo) sui reali benefici del marchio Igp. “Va considerato però, -ha affermato Dell'Arte- che le quantità di prodotto non consentono una diffusione in piccole quantità nelle singole rivendite, per cui le soluzioni da cercare sono altre. In particolare vanno sfruttati i fondi che la nuova finanziaria prevede proprio nell'organizzazione della commercializzazione”.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 18-12-2006 - Categoria:
Economia