«Cinema di Frontiera - “La punizione”, i carusi nelle favelas catanesi»

«Cinema di Frontiera - “La punizione”, i carusi nelle favelas catanesi» di CARMELITA CELI

MARZAMEMI - Ricomincia da «Rosso Malpelo», Pasquale Scimeca, salutato dall'applauso sonorissimo e commosso del Festival del Cinema di Frontiera che lo ha festeggiato in contemporanea al premio Amnesty International al Festival di Giffoni. Il film - già “finestra” cinematografica sulla Bolivia delle miniere con il progetto di sostegno economico per 1000 bambini sudamericani - promette d'essere il primo tomo, umanitario e artistico, di un'enciclopedia per immagini sull'infanzia negata. Per il prossimo ciak, il soggetto, doloroso, vero e quantomai “scomodo”, è nel libro di Salvatore Scalia, «La punizione» ossia il mistero dei “carusi” scomparsi per fatale “oltraggio” all'anziana madre del boss.

Scimeca: «E' il mondo di favelas catanesi in cui le madri non denunciano la scomparsa dei propri figli ad essere prepotentemente cinematografico. Mi piace l'idea di ambientare il racconto nei luoghi che l'hanno generato in tutto il loro degrado, sono loro i protagonisti della storia». E «Rosso Malpelo» seguita ad essere “miniera” d'invenzioni: «Malupilu» è sinonimo d'infanzia dimenticata ed è manifesto di Verga tout court.

E di «Verghiane», Scimeca.

«Ne ho accettato la direzione artistica, a Vizzini, a condizione di realizzare una scommessa che chiama in causa tutto il popolo dell'arte in Sicilia: compositori, strumentisti, cantanti. E' la riscrittura di Cavalleria rusticana, sul piano del libretto che curerò io stesso, e su quello di una drammaturgia musicale segnata dalle forme più avanzate della grande sonorità dei nostri tempi: jazz, rock, world music, musica popolare».

Compagni d'avventura?
«Due autentici fenomeni d'arte pura, Francesco Cafiso ed Alfio Antico, così vicini e così lontani nella loro espressività musicale, e la collaborazione necessaria e talentosa di chi fa del folk ricerca e invenzione, i Lautari in testa. E' nostra intenzione, fare casting nei Conservatori perché quell'educazione musicale consente al cantante di mettersi a disposizione della scrittura musicale, tradizionale o avanzata che sia».

«Cavalleria» è per certi versi l'ultima tragedia greca. Ne terrà conto la (ri)scrittura drammatica?
«In questa sede vorrei liberarla dal melodramma, genere peraltro modernissimo ai tempi dell'opera, perché l'avverto come fatto non verista ma tragico, dotato di una 'ripetizione' ciclica (tradimento / amore / tradimento /morte) che non può che alludere alla tragedia». Un solo "cantiere", a Vizzini da settembre, e tre destinazioni: cd, video e "prima" teatrale nei luoghi verghiani. Oggi, il Festival tutto essere e poco apparire, si concede la sua passerella: la coppia Valeria Golino-Riccardo Scamarcio si ricompone per l'omaggio all'attrice (in Piazza dalle 21) e in omaggio a Marzamemi, che è, per le due tortorelle, luogo di memorie e d'affetti.
Fonte: LaSicilia.it il 28-07-2007 - Categoria: Cultura e spettacolo

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net