MARZAMEMI - Il prossimo 2 novembre ricorre il trentesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Trent'anni da quella domenica in cui il corpo del poeta e regista friulano fu trovato esanime su una spiaggia laziale, trent'anni di silenzio intellettuale e anche di mistero squarciato solo qualche mese fa da nuove, inquietanti rivelazioni su quell'episodio. Il "Cinema di frontiera" è stato il primo ad ascoltare il triste rintocco, con un amebeo letto da Luigi Lo Cascio e Lucia Sardo. Emozione alle stelle, per il breve carme che i due attori hanno recitato davanti alla straripante Piazza Regina Margherita. Il bilancio è ampiamente positivo, il direttore aritistico Nello Correale ed i suoi collaboratori possono andarne orgogliosi. Anche perch‚ la Giuria internazionale ha esteso il proprio consenso a tutte e sei le opere concorrenti, esaltandone l'afflato di fratellanza fra i popoli. Vincitore è stato Machuca di Andr‚s Wood per il coraggio con cui evoca il tormentato periodo storico dell'avvento di Pinochet al potere, sullo sfondo del Cile, mentre vicende individuali e sociali si intrecciano in una messinscena esemplare.

Menzione a Saimir di Francesco Munzi, ma il verdetto ufficiale contiene una vibrante condanna del doppiaggio: un malvezzo che ha mortificato l'aulica bellezza originale di una lettura da Marivaux, La schivata di Abdellatif Kechiche, esclusa dalla festa conclusiva per la sua zoppicante edizione italiana. Dunque, "a small event in a small place", un piccolo evento in un piccolo luogo, come l'ha definito Kate Singleton sull'International Herald Tribune di tre giorni fa; e ha un'identità intellettuale, catalizza l'attenzione, sollecita il confronto delle idee. Con un corredo fecondo di analisi nelle "chiacchiere sotto il fico". In un cortile barocco dove l'antica civiltà del borgo marinaro si schiude verso il "nuovo umanesimo" (si spera) dell'età multimediale.

Gregorio Napoli