Dal Libano dove si è trasferito da qualche tempo, l'ex comandante della motonave «Yohan» Jousseph El Hallal, ha fatto sapere al suo difensore, avvocato Francesco Comi, di voler essere esaminato dai giudici della Corte d'Assise di Appello di Catania, che lo stanno processando perchè accusato della morte di 289 cittadini asiatici e pakistani, annegati a 29 miglia dalla costa di Portopalo la notte della vigilia di Natale del 1996. El Hallal, che viene processato in contumacia, è preoccupato dalla piega che sta prendendo il dibattimento. Tutti i testimoni citati dalla pubblica accusa, lo hanno additato come il vero responsabile di quel tragico naufragio. Ma lui non ci sta a passare per un negriero e intende presentarsi al cospetto della Corte d'Assise di Appello di Catania, per poter confutare le accuse che gli muovono soprattutto i sopravvissuti di quella tragedia del mare. Uno spiraglio è stato aperto dal collegio giudicante nel corso dell'udienza tenutasi 48 ore fa.
La Corte, infatti, dopo aver sistematicamente rigettato tutte le richieste avanzate dall'avvocato Francesco Comi, ha finalmente acconsentito a rendere fattibile l'audizione dell'ex comandante della «Yohan». Con un'ordinanza emessa prima della conclusione dell'udienza, la Corte ha disposto che venga interessato il consolato in Italia del Libano al fine di sapere se sussistano le condizioni per rilasciare il visto ad El Hallal e farlo entrare nel nostro Paese e potersi difendere dalle pesantissime accuse che gli vengono mosse. Con la stessa ordinanza la Corte ha disposto che l'audizione dell'imputato avverrà nella udienza del 15 marzo prossimo. Invece, nell'udienza del 14 marzo, davanti alla Corte dovranno presentarsi quattro ufficiali di polizia giudiziaria della Questura di Reggio Calabria, che ebbero ad occuparsi per primi del tragico naufragio avvenuto al largo di Portopalo.
Pino Guastella
Fonte:
LaSicilia.it il 25-02-2007 - Categoria:
Cronaca