PORTOPALO - Uno sbarco senza barcone ma con un grosso gommone che abbandona i clandestini a ridosso della costa portopalese, nei pressi dell'Isola di Capo Passero, ripartendo subito dopo. Poi l'intervento della Guardia di Finanza che con l'ausilio di due guardacoste e un'unità veloce uscita da Pozzallo ha abbordato la nave madre, che si trovava a circa 38 miglia da Capo Passero. Le fiamme gialle hanno dovuto sparare anche dei colpi a scopo intimidatorio, dal momento che l'equipaggio del peschereccio dal quale erano scesi i clandestini, poi caricati sul gommone diretto a Portopalo, non voleva fermarsi. I membri dell'equipaggio sono stati tratti in arresto e condotti nella serata di ieri a Portopalo.

Gli immigrati sono stati intercettati alle prime ore dell'alba, con gli indumenti bagnati. Un volontario di protezione civile, Salvo Miraglia, ha avvertito le forze dell'ordine circa la presenza di alcuni immigrati in paese. Quattro sono stati bloccati dai Carabinieri. Avevano un'età compresa tra i 20 e 30 anni, di probabile nazionalità palestinese. Il personale della Guardia Costiera ha fermato lo scafista del gommone il cui natante gli si era spento dopo il secondo viaggio dalla nave madre a Capo Passero. Un clandestino è stato condotto in ospedale mentre 25 sono stati portati al centro di prima accoglienza di Cassibile. Uno sbarco diverso rispetto ai precedenti e che conferma la spregiudicatezza di chi sta dietro a questo traffico criminale. E l'ausilio della nave madre situata a largo è stata una strategia adoperata, con ogni probabilità, anche in altre occasioni recenti. Stavolta però la localizzazione del peschereccio tramite un elicottero ha messo la Guardia di Finanza sulla rotta giusta per bloccare il peschereccio. Con grande coraggio ed abilità di navigazione, il personale delle fiamme gialle ha avvicinato la barca, intimando l'alt. Quindi i colpi ad "uso incruento" prima dell'abbordaggio.

SERGIO TACCONE