Clima e agricoltura, interventi globali

Clima e agricoltura, interventi globali Alemanno prospetta un piano energetico per realizzare produzioni che tengano conto dei mutamenti ambientali


Sviluppare delle filiere agroindustriali che operano sul campo energetico e lanciare in Italia entro la fine dell'anno con una cooperazione tra ministeri dell'agricoltura e dell'ambiente un grande piano accompagnato da misure finanziarie per realizzare produzioni agricole che hanno una finalità energetica.
E' l'obiettivo annunciato dal ministro per le politiche agricole e forestali Gianni Alemanno al termine dell'ampio confronto, ieri a Londra, tra i ministri dell'agricoltura e dell'ambiente europei riuniti dalla presidenza britannica dell'Ue sul tema dei cambiamenti climatici, le relazioni agricoltura e ambiente e le soluzioni energetiche alternative.

Gli scienziati presenti ai lavori hanno presentato alcuni modelli di sviluppo delle condizioni climatiche per i prossimi decenni e fino alla fine del secolo che, in mancanza di interventi adeguati sulle emissioni di gas ad effetto serra sarebbero particolarmente gravi.
Nello scenario più grave ad essere penalizzarti sarebbero i paesi del Sud dell'Europa. In effetti, per ogni grado di riscaldamento ulteriore del pianeta le produzioni agricole si sposterebbero verso il Nord di 300 km: la Danimarca produrrebbe mais, la Gran Bretagna girasole e l'Italia prodotti tropicali, con la conseguenza che insieme alle coltivazioni si sposterebbero verso Nord anche fondi Ue.

Inoltre si assisterebbe ad un aumento dell'umidità e delle piogge al Nord Europa; le estati sarebbero più secche e gli inverni piu umidi; crescerebbero anche i rischi di inondazioni nelle zone montane e del 20% in quelle alpine.
Insomma, al di là delle previsioni piu negative, dalla riunione è emersa la necessità di una profonda connessione tra ambiente e agricoltura.
La presidente britannica dell'Ue, Margaret Beckett, ha invitato i paesi membri a intensificare su questo fronte nuove politiche.
«Noi lo faremo», ha detto il ministro Alemanno. «Già da tempo - ha spiegato - abbiamo attivato una commissione per vedere di incrementare l'utilizzo di biocarburanti in Italia utilizzando materia agricola italiana, cosa che oggi non avviene.
Attualmente la parte di biodisel e di bioetanolo che viene prodotta in Italia e che beneficia di una defiscalizzazione di circa 140 milioni di euro, si basa in larga parte su materia prima agricola importata dall'estero. E questo - ha sottolineato - è una questione comprensibile ma non accettabile».
Sul problema piu vasto dell'influsso dell'effetto serra sui cambiamenti climatici, Alemanno ha tenuto a sottolineare «che c'è una profonda divergenza sulle strategie politiche da adottare».
C'è chi ritiene - ha spiegato - che «l'Europa possa agire su se stessa prioritariamente e chi invece - e io sono tra questi - che non basta un'azione unilaterale sull'Ue, che del resto rischierebbe di essere controproducente».
Per il ministro «bisogna prioritariamente agire a livello globale per fare in modo che ci siano degli interventi contro le emissioni ad effetto serra che riguardano soprattutto i paesi emergenti».
Alemanno «non vede infatti come si possano tenere separate le questioni commerciale governate dal Wto rispetto alla capacità dei paesi emergenti (da cui viene l incremento maggiore alla produzione di emessioni) di darsi dei precisi regolamenti ambientali».
Del resto, precisa, «non condivido la politica liberista di ridurre i sostegni né sul fronte ambientale né su quello della protezione sociale»
Fonte: Greenplanet.net/La Sicilia 12-09-2005 il 14-09-2005 - Categoria: Economia

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