COLPA LORO? COLPA NOSTRA!

COLPA LORO? COLPA NOSTRA! Quasi in contemporanea con l’affissione sui muri di Pachino di un manifesto firmato A.P.A.C. che ricordava il decennale di un delitto mai risolto, ovvero l’assassinio di Serafino Corvo, ci colpisce la notizia di un gravissimo attentato ai danni del Presidente della Cooperativa Faro al quale sono stati distrutti migliaia di metri quadrati di coltivazione in serra.

In mezzo a questi due fatti (l’assassinio e l’attentato) dieci anni di storia pachinese che, sul piano del progresso civico e sociale, hanno segnato una inarrestabile marcia indietro fino al totale “sonno delle coscienze” di oggi. A parte isolati tentativi portati avanti in maniera slegata da singole realtà (fra le quali la citata A.P.A.C. costituisce forse il più dinamico e longevo esempio) registriamo ancora una volta un assordante silenzio del resto della cittadinanza.

C’è una parole chiave per descrivere tutto questo, ed è ASSUEFAZIONE.

Complice forse un fatalismo che sembra iscritto nel nostro stesso dna, riusciamo ad abituarci al peggio e, quando questo si è pienamente manifestato, al peggio ancora, che viene subito dopo.
Abbiamo tutti dato un tacito e colpevole consenso ad una classe politica che, con pochissime eccezioni, ha “disamministrato” (ovvero amministrato disastrosamente) l’Ente Comune, portandolo sull’orlo del dissesto finanziario.

Nessuno di noi, probabilmente, si sente colpevole di questo. Siamo tutti bravissimi ad assolverci dicendoci che “noi non ci immischiamo nella politica” quasi che “immischiarsi nella politica” sia sinonimo di qualcosa che sta in mezzo tra malcostume ed illegalità.
Così facendo lasciamo che a fare politica sia anche gente che ha mostrato sicuramente inclinazione al malcostume (come definire diversamente le lotte per la mera occupazione di posti, le spartizioni di incarichi ad amici e parenti, la scarsissima attenzione alla situazione finanziaria del comune ed alle esigenze della collettività).
Che una parte della classe politica abbia praticato anche illeciti lo può dire solo la magistratura, ma certamente tutto ciò che sentiamo in merito ad indagini, denunce e veleni vari non può consolarci.
E mentre qualunquisticamente condanniamo in blocco l’intera classe politica, all’occorrenza facciamo ricorso, e diamo una smisurata importanza, all’arrogante signorotto politico (locale e non) che millanta di poterci favorire in ogni tipo di bisogno personale.
Infine, soffriamo di amnesia. Perché diamo ancora credito a “uomini politici” che dopo aver clamorosamente sbagliato scelte e uomini, “disamministrato”, e, dopo l’ennesima sfiducia, proposta o subita, vengono a ri-chiederci il voto.

Chiediamo ai cittadini di Pachino di smetterla di darsi alibi e di auto-assolversi.

Tutto ciò che c’è di negativo, dalle strade piene di buche agli attentati delinquenziali, è figlio della indifferenza e della mancanza di partecipazione democratica alla vita sociale e politica di una collettività.

Gli spazi nei quali impegnarsi ci sono e sono i Partiti Politici (dai quali espellere i tornacontisti), le Associazioni Sindacali, le Associazioni di ogni tipo, le Parrocchie, le Scuole, i luoghi di lavoro. Occorre portare dentro questi luoghi la propria indignazione per uno stato di cose che nessuno vuole ma che solo pochissimi mostrano di volersi impegnare a cambiare.

Il Direttivo di Città Etica
Fonte: Citta Etica - Salvatore Chiaramida il 07-02-2009 - Categoria: Comunicati

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Gentile direttivo di città Etica,
Con riferimento al volantino “Colpa loro? Colpa Nostra!”, personalmente esprimo il mio più vivo apprezzamento sull’iniziativa di rievocare e mantenere viva l’attenzione su fatti criminosi che hanno scosso e continuano a destare impressione nella coscienza della nostra città, forse occorrerebbe reiterare queste iniziative per mantenere viva e aperta la ferita, al fine di fare crescere una maggiore consapevolezza alla nostra cittadinanza che soffre di “assuefazione”, come da Voi definita.
Riguardo al seguito del volantino trovo riduttivo il giudizio circa la cattiva cura della cosa pubblica indirizzata, a Vostro dire, alla “spartizione di posti e incarichi ad amici e parenti”.
Trovo altrettanto riduzionistico il giudizio di qualunquismo attribuito ai miei concittadini.
Ciò che propongo è una riflessione sulla complessità della nostra vita cittadina sia essa sociale sia politica, che non può ridursi, data la sua difficoltà, in espressioni semplicistiche per definire gli eventi e le persone che li determinano con le loro azioni.
L’azione svolta dalla classe politica ha determinato risultati non rispondenti alla volontà generale che ha avuto ricadute in termini di costi complessivi spalmati sulla pluralità. Si registra, una sofferenza finanziaria, idrica, strutturale e infrastrutturale, è palese che la politica incontra limiti nella sua azione e incontra limiti di stabilità. Per trovare una soluzione non è muovendo dalle accuse, ma è studiando il fenomeno che si può spiegarlo e correggerlo, studiare ad es. la legge elettorale e il modo stesso del farsi della democrazia che per essere piena occorre la maturità e la civiltà di un popolo, con ciò non voglio dire che noi siamo immaturi, piuttosto siamo in cammino verso valori, alcuni datati, altri che risentono della situazione storica, altri ancora in via di secolarizzazione.
Una cosa mi sembra certa è inconfutabile, la possibilità di scelta, per il fatto stesso che anche andando al supermercato si può essere ladri o bravi cittadini, basta un attimo per decidere chi noi siamo.
Ciò che mi rendo conto manca nei dialoghi è la consapevolezza che noi siamo centri d’interessi e come tali attorno orbitano forze centripete e centrifughe, ciascun si accosta all’altro dal proprio centro, la vicinanza o la lontananza che determina il farsi o il non farsi degli interessi.
La rivoluzione che posso io fare avviene al mio interno e risiede in una scelta che può coincidere con il mio interesse, ma può allontanarsene, ma questo dipende da molte variabili difficili a determinarsi a priori.
Amo nel profondo la vita e mi sento vicina ai miei concittadini, comprendo le difficoltà che abbiamo tutti e mi amareggio di fronte alle ingiustizie, mi sembra oltremodo violento non comprendere che tutti hanno dei limiti e la crescita non può essere per tutti uguale, responsabilità è anche cura e farsi cura nell’aiutare gli altri a crescere per innalzare la qualità della nostra città. Laboratori eccellenti per riuscire in questo salto sono quelli da Voi indicati che consentono la sperimentazione della nostra azione e la crescita effettiva.
Mi auguro che aumentino questi centri d’incontro e che contaminino ogni angolo della nostra città perché tutti possiamo essere protagonisti e responsabili.
Cordialmente
Giuseppina Novello
Cari amici di Città Etica leggendo la vostra news avente per titolo"Colpa loro? Colpa nostra non posso fare altro che intervenire sul'argomento e leggendo che il silenzio della cittadinanza viene definito come assuefazione, io penso che sia ben altro e che definisco

STANCHEZZA

Stanchezza di cosa?

stanchezza di assistere alle continue vicissitudini che si sono susseguite nel corso degli anni e che hanno prodotto i risultati che stanno alla vista di tutti.
Nessuno cari amici credo si voglia autoassolversi o darsi un alibi, è vero siamo un po tutti colpevoli
ma di cosa?
di aver dato fiducia ad una classe dirigente che cercando d'intraprendere le giuste iniziative non è riuscita ad onorare il mandato affidatogli dai cittadini?
oppure siamo colpevoli di non aver saputo vigilare bene sulla loro attività amministrativa?

Probabilmente ancora una volta abbiamo sbagliato un po tutti.
Allora come si può rimediare a tutto ciò?
Facendo appello alle coscienze civili
specialmente quelle che voi definite silenziose
che io mi permetto di aggiungere che non si agitano, soffrono e che si rodono dentro ,
a coloro che con il vostro volantino avete cercato di scuotere perchè si possa mettere in campo un esercito di idee che portino beneficio alla collettività.
Non mi sento di condannare nessuno perchè ammetto che sbagliare è umano ed un altra domanda scuote la mia coscienza : Sono sicuro che se ci fossi stato io avrei fatto meglio?
probabilmente nell'intento di operare nei giusti modi qualcosa avrei sbagliato.
E dovere morale di tutti noi cercare, di trovare nuove proposte atte a migliorare tutto ciò che finora ha prodotto solamente risultati negativi e solo tramite un ampio confronto come voi proponete darà modo chiunque di poter dare supporto ad tale iniziativa.
Aprire un dibattito anche attraverso il portale che ci ospita credo contribuisca a dare voce a chiunque abbia il piacere di gustarsi la vera politica e dire la sua a beneficio di tutti.
Perchè parlo di politica vera?
perchè da tempo non si assiste più ad un ampio dibattito anche dai toni aspri ma mirato al nobile intento di trarne vantaggio a beneficio di tutta la collettività.
Solo tornando a questo tipo di politica ,
solo coinvolgendo tutte le forze sociali
ed organizzazioni partitiche
chiamate a svolere il proprio ruolo si assisterà al cambiamento che voi vi proponete di portare avanti.
Ma un ulteriore domanda mi pongo: Saranno disposti queste realtà sociali ad intraprendere la strada del cambiamento?
Saranno disposti a dare voce a chi all'interno delle proprie organizzazioni cerherà di dare corso con alto senso di responsabilità a gettare le basi per costruire un nuovo percorso politico del vero cambiamento abbandonando una volta per sempre su quanto c'è di personalismo?
Questo cari amici è quello che davvero ci porterà al vero cambiamento.
Se davvero daremo vita a tutto ciò potremmo ben dire di aver fatto qualcosa per gli altri.
Spero di aver dato una piccola idea a chi davvero vuole cambiare qualcosa .
Santino Golino