PACHINO - Settantotto anni fa il sommergibile della Regia Marina, "Sebastiano Veniero", classe Barbarigo, si inabissava dopo una collisione con il mercantile "Capena" a poche miglia a largo tra Marzamemi e Capo Passero. Era il 25 agosto del 1925, infatti, quando avvenne la tragedia che costò la vita a 54 militari i cui corpi si trovano tuttoggi all'interno del relitto in un fondale di sabbia e fango, in una zona che è diventata un vero e proprio sacrario marino. Il sub professionista Piero Caruso, giovane ed esperto studioso pachinese di questi fondali, ci parla di quel posto. "Ogni volta che mi avvicino al Veniero - afferma Caruso - lo faccio con il massimo rispetto, quello che si riserva ad un posto sacro". Tra le vittime del sommergibile, la cui scoperta del relitto si deve al grande Enzo Maiorca negli anni novanta, vi furono il comandante Paolo Vandone, il direttore di macchina Alberto Launaro, un livornese che era scampato alla mattanza della grande guerra del 1915-'18, e il fuochista Vittorio Bovolenta, di 20 anni.
Il ricordo della tragedia del "Sebastiano Veniero" è avvenuto nell'ambito della rassegna "Marzamemi Cinema", organizzata dall'Andit pachinese con il sostegno del Ministero ai beni culturali e del Comune di Pachino. «Era doveroso da parte nostra - afferma il regista Gian Paolo Cugno, consulente cinematografico della rassegna - ricordare i marinai del Veniero». Per l'occasione è stato proiettato il film di Francesco De Robertis, "Uomini sul fondo". Al senato c'è un disegno di legge che mira anche ad istituire un premio internazionale, il "Veniero d'oro", dedicato alla memoria di quei militari italiani e da assegnare a coloro che si siano segnalati per gesti eroici in mare. Il sottosegretario Nicola Bono si è impegnato affinché la proposta diventi legge dello Stato.
Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 25-08-2003 - Categoria: Cronaca